In queste ultime settimane si è sentito molto parlare di buona scuola, bravi professori e super dirigenti scolastici. Ognuno ha cercato di dare le proprie motivazioni sul perché considerare la riforma dell’istruzione proposta dal governo Renzi, approvata dalla Camera e ora in discussione al Senato, una rivoluzione o uno strumento con il quale rendere ancora più difficile la vita dei già troppo bistrattati docenti e facilitare invece quella dei già super agevolati presidi.
Forse un po’ in controtendenza, vorrei cercare di pormi dalla parte degli studenti e fare una riflessione. Dopo la bellezza di 21 anni trascorsi dietro i banchi di scuola e aver avuto a che fare con più di una quarantina di docenti (comprese le mie zie), penso di essermi fatta più o meno un’idea sulle caratteristiche che spero un giorno possiederanno i professori dei miei figli. Quelle su cui non potrei assolutamente transigere sono tre:
- passione per la disciplina insegnata;
- capacità di trasmettere le proprie conoscenze e l’amore per la materia;
- oggettività nel valutare i ragazzi.