Cina, Via alla “Proprietà Mista” delle State-Owned Enterprises

Articolo apparso su SpazioEconomia.

Domenica scorsa l’agenzia di stampa Xinhua ha reso noto che il governo ha finalmente approvato un piano ristrutturazione delle aziende di proprietà statale (le cosiddette SOE). Le linee guida promulgate dal Comitato Centrale del Partito e dal Consiglio di Stato dovrebbero attuare, tra le altre cose, alcuni consolidamenti e fusioni, non meglio specificati. L’obiettivo è quello di rendere il settore più efficiente e trasparente attraverso una maggiore apertura al mercato, rafforzando al contempo il controllo del Partito.

La riforma delle aziende di Stato ­– che controllano quasi tutto, dalle telecomunicazioni al settore bancario, ma con un return on assets che è circa la metà delle aziende private – non è argomento di oggi: è nell’agenda del Partito almeno dal Terzo Plenum del 18esimo Congresso nel 2013. Allora Xi Jinping  espresse la volontà di dare “più spazio al mercato” e meno allo Stato e di “mettere in moto un sistema buono e moderno per le aziende di Stato [e] sostenere il sano sviluppo dell’economia non statale”. Tradotto, più partecipazione del capitale privato nelle SOE, ambiente competitivo maturo tra aziende statali e private, miglioramento dell’efficienza.

Ora che l’economia rallenta,  è urgente ristrutturare un settore affossato dal debito e dannoso per l’ascesa delle imprese private nei settori più competitivi; un settore che in tempo di difficoltà sperimenta particolare debolezza, non a caso il piano viene dopo i dati economici non incoraggianti di agosto. “Ci sforzeremo di riformare le ‘aziende zombie’, quelle che da tempo generano perdite, e di liberarci degli asset inefficienti e che non producono utili”, ha affermato Zhang Xiwu, vice capo della State-owned Assets Supervision and Administrative Commission (SASAC). Il tutto allo scopo di renderle “entità di mercato indipendenti” più forti e competitive.

Le imprese statali rappresentano un quarto dell’economia cinese e sono i principali attori nei settori del petrolio e dell’energia, dell’elettricità, delle telecomunicazioni, dei trasporti, dei minerali e materiali e delle costruzioni. 111 agglomerati vengono gestiti centralmente dalla SASAC, mentre i governi locali possiedono circa 25000 aziende che impiegano attorno ai 7 milioni e mezzo di persone. Negli ultimi anni si è vista la rapida ascesa dei maggiori gruppi nella classifica Fortune Global 500 (la lista dei primi 500 gruppi economici mondiali, stilata ogni anno sulla base del loro fatturato dalla rivista Fortune), che dimostra il loro status di vere e proprie multinazionali competitive sul piano internazionale. Esse giocano un ruolo importante nell’esportazione delle capacità infrastrutturali cinesi in paesi come l’Africa, e faranno altrettanto nell’ambito della Nuova Via della Seta in Asia Centrale, con il sostegno della Asian Infrastructure and Investment Bank.

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