La torrida estate che volge al termine ci ha lasciato in eredità l’ennesima polemica tra Piero Pelù, frontman dei Litfiba, e Matteo Renzi. Il cantante toscano aveva già attaccato duramente il Presidente del Consiglio durante la sua performance a Piazza San Giovanni per il Concerto del 1 Maggio ed è tornato alla carica con un post di qualche settimana fa sul suo profilo Facebook nel quale esortava il Presidente della Repubblica Mattarella a far rispettare la Costituzione e a porre fine alla fase del renzismo.
La storia italiana, ma anche e soprattutto internazionale, è piena di musicisti, di diverso spessore artistico, più o meno impegnati politicamente o che comunque hanno visto parte della loro carriera intrecciata a vicende legate al mondo della politica. Il più celebre tra questi artisti è stato indubbiamente John Lennon: il più creativo tra i componenti dei Beatles ha manifestato spesso pubblicamente il suo orientamento, non limitandosi ad essere membro di uno dei più grandi gruppi di tutti i tempi. Proprio l’attivismo politico dell’ex Fab Four ha portato alla realizzazione di un interessante documentario ( U.S.A. contro John Lennon ) nel quale si approfondisce il legame tra l’artista e l’universo politico, la contrapposizione tra le sue idee pacifiste e l’amministrazione Nixon che non vedeva di buon occhio la permanenza di Lennon negli States.
L’interesse riguardo le idee politiche del musicista non è mai venuto meno, neanche oggi a quasi 35 anni di distanza dall’8 Dicembre 1980, giorno nel quale l’ex Beatle perse la vita, assassinato a New York da Mark Chapman. L’ipotesi che Lennon si fosse avvicinato a Reagan, sposando posizioni repubblicane e abbandonando il radicalismo giovanile, è stata ventilata dal suo ex assistente personale Fred Seaman, destando non poca sorpresa nell’opinione pubblica.