Il giorno tanto atteso è finalmente arrivato: Mark Zuckerberg può ora dirsi ufficialmente laureato ad Harvard. Sì, nonostante il founder di Facebook abbia abbandonato la facoltà di Informatica ben 12 anni fa per dedicarsi completamente allo sviluppo del social, lo scorso 25 maggio ha ricevuto una laurea honoris causa dalla prestigiosa università nel Massachusetts.
Ma non è finita qui: il 33enne è stato anche incaricato di tenere il discorso di commiato per la classe di laureandi 2016/2017. Discorso che non ha deluso affatto le aspettative: analizziamone i passaggi.
Zuckerberg sale sul leggio emozionato, sistema il microfono e dopo aver salutato tutti, dai professori agli studenti, cerca di rompere il ghiaccio con la frase:
Dopo una risata generale, Mark ricorda quando ha ricevuto la mail di ammissione a Harvard: “Stavo giocando ai videogames. La prima persona a cui ho rivelato la notizia è stato mio padre. Il mio essere stato ammesso ad Harvard è la cosa che più rende orgogliosi i miei genitori ancora oggi”. I ricordi passano poi al tempo passato nel campus e, rivolgendo uno sguardo alla moglie, pronuncia “l’incontro con Priscilla è il ricordo più bello che ho. È la persona più importante della mia vita”.
Poi il discorso passa, ovviamente, a illustrare i passaggi di creazione di Facebook, da semplice mezzo per connettere gli studenti del college a social di fama mondiale: “Ero contento di aver costruito un software in grado di connettere la comunità studentesca ma pensavo che qualcun’altro, in futuro, avrebbe connesso il mondo. Non pensavo di certo che saremo stati noi, semplici studenti universitari, a connettere il mondo intero. Non ne sapevamo nulla di tecnologia. Eppure, ci abbiamo creduto. Siamo andati avanti giorno dopo giorno, abbiamo speso intere giornate a lavorare. E abbiamo raggiunto un obiettivo. Ma non dobbiamo raggiungere dei traguardi solo per noi stessi, dobbiamo farlo anche per altri”.
“C’è stato un periodo particolare dove mi son sentito solo. Molti dei miei colleghi volevano vendere l’azienda ma io credevo in quello che stavamo facendo, non volevo vendere tutto. Così, tanti hanno lasciato Facebook. Mi sono sentito sbagliato, mi chiedevo perchè, cosa avessi mai fatto di male. Ora, dopo anni, capisco perchè mi sentivo spaesato: avevo un progetto ma ero il solo a crederci davvero. Oggi abbiamo un vantaggio: possiamo farlo insieme, possiamo andare avanti insieme”.
L’orazione si fa poi ancora più intensa:
“Sono qui perchè sono parte di voi e conosco la nostra generazione. La nostra sfida è di creare un mondo in cui tutti hanno uno scopo. Perché non proviamo a fermare il cambiamento climatico prima di distruggere il pianeta? Perché non tentiamo di curare tutte le malattie, chiedendo a chi vuole farlo di condividere i dati sulla sua salute? Perché non proviamo a rendere la democrazia più moderna permettendo a tutti di votare online?”.
“Ogni generazione ha lottato per ottenere uguaglianza. Le generazioni passate hanno votato per il diritto al voto, per una società migliore. Adesso tocca a noi definire un nuovo contratto sociale […] Il livello di diseguaglianza nella distribuzione attuale della ricchezza danneggia tutti. Perché allora non stabilire un reddito di base universale?”.
“Siamo la generazione che fa più beneficienza di sempre. Ma sappiate che non si tratta solo di denaro, si può donare anche il tempo. Pensiamo a tutte le comunità locali, ci permettono di prender parte a qualcosa più grande di noi stessi, di non essere soli, ci danno la forza di espandere i nostri orizzonti. Prendiamo ad esempio David Razu Aznar, uno dei laureandi: David era un consigliere comunale e ha guidato con successo la battaglia per fare in modo che Città del Messico fosse la prima città dell’America Latina ad approvare, anche prima di San Francisco, i pari diritti per i matrimoni”.
“C’è una frase che mi ripeto sempre quando sono in difficoltà o quando ogni sera metto nella culla mia figlia per farla addormentare. Sono delle parole rivolte al futuro: che la forza che ha accompagnato i molti prima di noi, possa aiutarci a trovare il coraggio per rendere le nostre vite delle vere benedizioni. Spero che voi troviate il coraggio per rendere le vostre vite delle vere e proprie benedizioni. Congratulazioni classe del 2017!”.
All’ultimo grido del parlante, è seguito un grande applauso e un abbraccio da parte della preside del college. Il CEO di Facebook, visivamente commosso, ha infine salutato tutti scendendo dal palco.
Il discorso tenuto da Zuckerberg verrà non solo ricordato dai laureati ma anche preso come monito e incoraggiamento dalle generazioni future. Complimenti a te, Mark.