Family Business: Imprese familiari e Internazionalizzazione

Creatività, intraprendenza, coraggio ma anche radicamento territoriale, storia e genuinità: in due parole impresa familiare. Un modo di svolgere l’attività imprenditoriale che si trova ad affrontare, oggi, importanti sfide, tra passaggi generazionali e una progressiva trasformazione dell’economia industriale nella cosiddetta economia dell’innovazione. In passato, condicio sine qua non del successo di un’impresa era il possesso di stabilimenti, cui si affiancavano la produzione e le materie prime. Oggi il modello imprenditoriale è incentrato sul marketing e a farla da padrone sono i consumatori i quali, complice una maggiore e certamente più chiara informazione, guidano la produzione e l’evolversi dei mercati. In questo scenario, mantenere il successo e la forza nel tempo diventa assai difficile.

Bisogna adattarsi ai continui mutamenti del mercato, dell’economia, delle condizioni ambientali e, per farlo, le imprese familiari hanno diverse alternative: possono impiegare gli asset sottoutilizzati in nuove opportunità; adottare modelli organizzativi diversi; rinsaldare le competenze interne. E possono, poi, puntare sulle strategie di espansione. In che modo? Attraverso due azioni fondamentali: la difesa della posizione già acquisita e di cui godono nel mercato in cui operano; l’inserimento in nuovi mercati, di cui si considerano la profittabilità, le possibilità di crescita e altri fattori.

La miglior difesa… è l’attacco

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Quanto alla prima strategia (di difesa), è importante focalizzarsi sulla qualità dei prodotti – puntando ad un loro costante miglioramento – sulla relazione (nonché sul rapporto di fiducia) che si instaura con i consumatori  e sull’innovazione. Quanto alla seconda strategia (di attacco), invece, il discorso è un po’ più complesso. L’obiettivo è quello di conquistare quote di mercato, di crescere in un contesto internazionale. Certo, tanti sono i motivi che scoraggiano il processo di internazionalizzazione (la disponibilità del personale a trasferirsi, la poca conoscenza delle lingue, gli insuccessi finora registrati) ma, se si segue un approccio graduale che permetta di immagazzinare informazioni e conoscenze, sono altrettanto considerevoli le ragioni dell’espansione.

E’ possibile costituire partnership con distributori locali, ricorrere a contratti di licenza, acquisire imprese concorrenti, effettuare investimenti diretti all’estero (chiamati FDI, Foreign Direct Investment). In questo senso, fondamentale può rivelarsi il lavoro delle Camere di Commercio. Si legge infatti sul sito di Unioncamere: “Le Camere di commercio contribuiscono alla promozione delle imprese sui mercati internazionali e alla valorizzazione del Made in Italy attraverso numerose azioni che vanno dall’organizzazione di missioni commerciali all’accesso a iniziative e programmi comunitari, all’assistenza per l’attrazione di investimenti diretti, alla promozione di accordi tecnico-produttivi e commerciali con l’estero fino al supporto per l’acquisizione e cessione di brevetti e licenze.”