Il 12 aprile si è aperto ufficialmente il Fuorisalone di Milano, una settimana intera dedicata a un argomento che molti non comprendono davvero fino in fondo: il design.
Corsi di laurea, master, innumerevoli studi sono stati dedicati a una materia che – per definizione – è piuttosto astratta. Perché la vera domanda da porsi è questa: qual è il meccanismo che scatta, in qualcuno, per decretare che una scomodissima sedia o un tavolo che non svolge la sua funzione diventa di design?
Milano risponde come ogni anno, presentando in 6 giorni, 1140 eventi e 11 percorsi (da via Tortona a Brera, da Porta Venezia al Ponte Sarpi) tutto ciò che qualsiasi appassionato possa desiderare, in esposizioni sparpagliate per tutto il centro del capoluogo lombardo. Anche chi non mastica esattamente di design non può non rimanere affascinato, proprio perché il design è nato apposta per piacere. L’armonia – o al contrario, la totale disarmonia – la creatività che diventa mobile, stanza, installazione. Un oggetto must have, detto in gergo.
Del resto, Milano è sempre stata fiera della sua settimana dedicata a un tema che negli ultimi anni sta spopolando, coinvolgendo sempre più persone.
Ma perché ci piace tanto il design, a conti fatti? Soprattutto quello interno, tipico del consumatore di massa, che si strappa i capelli se non mette le mani su quel particolare tipo di poltrona – magari scomoda – e che gli dimezzerà le finanze.
Ho provato a domandarmi come mai l’essere umano fosse tanto attratto da un certo tipo di forme, da alcuni materiali piuttosto che altri, dal brand – mai dimenticare questo aspetto. Non sono stata in grado di dare una risposta unica e universale, ma la teoria più accreditata è vecchia quanto il mondo: agli uomini piace ciò che è bello. Punto.
Provate a chiedere a qualunque persona se preferisce sedersi a un tavolo traballante, magari non simmetrico, invece che a un tavolo saldo e dalle linee armoniche. Si potrebbe sviscerare l’argomento “sezione aurea” – e specificare come gli esseri umani tendono a considerare “bello” qualunque cosa si possa inscrivere in certi canoni che Madre Natura in persona ha forgiato – ma senza essere filosofi o scienziati è innegabile notare che a ciascuno di noi piace ciò che è bello.
Gli oggetti di design possono essere strani, bizzarri, volutamente non armonici, ma nessuno potrà mai dire che sono “brutti”. Tolto il gusto personale, qua si parla di obiettività.
Il Fuorisalone di Milano – che ricordiamolo si concluderà il 17 aprile – offre a tutti un’occasione preziosa per familiarizzare con qualcosa che sta prendendo sempre più piede nelle nostre industrie e nei nostri mercati; se unite il fatto che in alcuni casi le esposizioni sono davvero particolari, non potete proprio perdervelo.