Future Food District: il Supermercato del Futuro con un Occhio al Passato

 

Milano, 27 novembre 1957. In viale Regina Giovanna, in una ex officina, apre il primo supermercato italiano. Max Huber, un artista svizzero, ne disegnò l’insegna: “Supermarket” con una “Esse” gigante che nei decenni a venire prenderà il sopravvento. È la vigilia del boom economico; insieme al Carosello, alla Cinquecento e aall’avvento dell’era del benessere, l’Italia da il benvenuto alla grande distribuzione organizzata che porterà un cambiamento senza precedenti, sia sociale che culturale.

Prima di allora, l’italiano faceva la spesa al mercato o nelle piccole botteghe famigliari e quotidianamente si acquistavano i beni freschi e di prima necessità. Dall’America, però, era arrivato questo nuovo modello, quello di fare la spesa “grande”, settimanale, capace di riempire un frigorifero intero. I prezzi erano più competitivi e la possibilità di scelta sempre più ampia. Il supermercato permetteva di risparmiare denaro e tempo.

Future Food District 2

Un carrello e una spesa “fai da te” a discapito di una parola scambiata con il bottegaio che, con un sorriso, aiutava la signore a riempire i sacchetti di carta. Milano, 1 maggio 2015. Nell’area tra Pero e Rho, a Nord Ovest della città. L’Italia ospita Expo 2015. “Nutrire il Pianeta, Energia per la Vita” il tema dell’Esposizione Internazionale. 1,7 milioni di metri quadrati per parlare di cibo, di educazione, di futuro. 58 anni dopo provano a rivoluzionare di nuovo le nostre abitudini. Alcuni esperti del MIT Sensable City Lab di Boston, Carlo Ratti e Coop hanno allestito in circa 6.500 metri quadri, il Future Food Discrict, ovvero il supermercato del futuro.