Gennaio 2008. Paula Long, oggi co-fondatrice e Ceo della startup DataGravity, vende la propria compagnia EqualLogic alla Dell per 1,4 miliardi di dollari, diventando una delle donne tech più affermate e conosciute al mondo.
Quello di Paula in realtà rappresenta solo un caso isolato all’interno di una realtà molto più difficile e complessa. Il problema delle donne impiegate nel settore tecnologico è senza dubbio una questione di primo piano che non va assolutamente trascurata. I dati sono tutt’altro che incoraggianti se si pensa che in tutto il mercato troviamo solo il 10% di startup femminili. Un po’ delle responsabilità è da ricercarsi nella cultura e negli stereotipi che vedrebbero l’universo femminile meno incline nel praticare discipline scientifico-tecnologiche, altre vanno rintracciate in un “gender gap” ancora elevato, che vede le donne faticare più del dovuto per raggiungere posizioni di rilievo all’interno delle imprese e dei Cda. In Italia, infatti, tenendo sempre ben presente l’esistenza di forti disparità territoriali, la percentuale di donne inserite nei Cda non supera il 16%, cifra ben al di sotto della media mondiale che vede i consigli d’amministrazioni gestiti da un 24% di donne manager.
Per capire meglio la sitauzione, noi di Smartweek siamo riusciti a contattare Anna Sargian e Sara Bonomi, rispettivamente Managing Director e Editor in Chief di “Girls in Tech”, l’associazione nata per formare e aiutare le donne ad affermarsi nel settore tech.
Innanzitutto, cos’è Girls in Tech?
“Girls in tech Italy è un network nato nel 2012 focalizzato sull’empowerment, l’impegno e la formazione delle donne nel settore della tecnologia e nel mondo startup; è il luogo per coltivare e condividere idee ad alto contenuto tecnologico, per confrontarsi e crescere professionalmente e personalmente”.
GiT Italy nasce come branch italiano di Girls in Tech, social network enterprise globale fondato nel 2007 da Adriana Gascoigne in Silicon Valley. Il network ad oggi comprende 37 chapters attivi in tutto il mondo per un totale di 17.000 membri. Oltre ad avere una forte presenza in US (San Francisco, NYC, Boston, Las Vegas) GiT conta diversi chapters in Europa, Asia, Africa e Sud America.

Come nasce la vostra associazione?
“La nostra associazione è nata perché sentivamo il bisogno di dare voce a una minoranza, quella delle donne che fanno parte del mondo tecnologico/startup italiano. Siamo tutte amiche e appassionate di tecnologia ed è stata fin dall’inizio un’avventura alla quale tutte abbiamo creduto e tuttora crediamo”.