I 10 Film Italiani Vincitori del Festival di Venezia

La mostra Internazionale d’arte Cinematografica di Venezia, è il festival cinematografico più antico del mondo. La prima edizione del festival risale al lontano 1932. L’attuale 71° edizione mostrerà, dal 27 al 31 agosto, 55 lungometraggi. Questo ranking, in occasione del giorno d’apertura del festival, elenca i dieci film italiani che hanno vinto il Leone d’Oro. Il neorealismo e la commedia all’italiana, sono tuttora generi cinematografici apprezzati in tutto il mondo.

Dall’immediato dopoguerra, i registi italiani hanno raccontato i disagi delle famiglie meno abbienti e le lotte delle classi operaie in cerca di riscatto e giustizia. La sensibilità del linguaggio cinematografico ha saputo affrontare temi critici, come la speculazione edilizia, la corruzione della chiesa e i sentimenti controversi dell’animo umano.

10. Giulietta e Romeo – 1954

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Il Film è diretto da Renato Castellani, regista e sceneggiatore ligure, esponente di spicco del cinema neorealista italiano. Gli interpreti principali sono Laurence Harvey e Susan Shentall. Il regista interpreta fedelmente il dramma amoroso. L’idea del regista era ricreare, l’ambiente sociale e culturale in cui si svolse la storia di Giulietta e Romeo nella novella di Masuccio Salernitano, il novellista italiano. La novella fu tradotta da Arthur Brooke, la principale fonte di Shakespeare. La realizzazione del film richiese sei anni di lavoro, gran parte del tempo si perse per la scelta delle città in cui girare le scene. Alla fine, il film, è stato girato principalmente tra Verona e Siena. Secondo l’opinione della critica, il risultato finale è piuttosto algido. Mirando alla perfezione registica, la pellicola trascura la messa in scena dei sentimenti provati durante la tormentata storia d’amore.

9. La grande guerra – 1959

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Mario Monnicelli è ancora uno dei registi italiani più apprezzati nella storia del cinema. “La grande guerra” interpretato da Alberto Sordi e Vittorio Gassman, è considerato uno dei miglior film italiani del primo conflitto mondiale. Il genere del film è un connubio ben riuscito fra tragedia e commedia. Il linguaggio neorealista, lascia spazio ai tempi della tipica commedia all’italiana, senza dimenticare i particolari storici della sanguinosa vita di trincea sul fronte italiano.  Memorabile la scena finale del film in cui i pavidi protagonisti, si riscattano, sacrificando la loro vita per la patria.

8. Il generale Della Rovere – 1959

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Roberto Rosselini realizza il film dal soggetto di Indro Montanelli. Nella Genova del 1944 il truffatore Emanuele Bardone, con la complicità di un sottufficiale tedesco, estorce denaro ai familiari dei detenuti politici. Scoperto e arrestato, Bardone accetta di collaborare con un colonnello tedesco. Seguendo gli accordi, il protagonista truffatore si finge il generale Giovanni Braccioforte della Rovere, un generale badogliano ucciso per errore dai tedeschi. Il regista Rossellini sembra meno interessato al punto di vista politico, incentrando il film sul rapporto tra Bardone e il generale tedesco.

7. Cronaca familiare – 1962

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Film diretto da Valerio Zurlini, il soggetto è tratto dall’omonimo romanzo autobiografico di Vasco Pratolini. Due fratelli interpretati da Marcello Mastroianni e Jacques Perrin, si ritrovano a causa di difficili circostanze familiari. L’ottima interpretazione dei due attori, mette in scena un rapporto amorevole tra fratelli ritrovati. Cronaca familiare è considerato uno dei film maschili più commoventi nella storia del cinema.

6. Le mani sulla città – 1963

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Questa pellicola affronta temi attuali, con estremo realismo. Francesco Rosi dirige un film drammatico d’impegno civile e di denuncia spietata contro la speculazione edilizia degli anni sessanta. Il film è ambientato a Napoli, ma la realtà può essere quella di una qualsiasi città italiana corrotta. Edoardo Nottala è un costruttore edile e consigliere comunale, arrivista e spregiudicato. Il film non presenta una conclusione felice, ma il prevalere della corruzione e dell’ingiustizia.

5. Deserto rosso  – 1964

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Michelangelo Antonioni racconta la storia di Giuliana e Ugo, lei depressa e tormentata, lui un dirigente industriale. Il senso d’insoddisfazione porta la moglie sull’orlo del suicidio. L’amico e collega di Ugo, Corrado Zeller, sembra essere l’unico ad accorgersi del disagio di Giuliana. Il film penetra e mostra il punto di vista della donna. Lo svolgersi con lentezza delle scene esprime il disagio e il distacco di Giuliana, nei confronti di un mondo che non le appartiene.

4. Vaghe stelle dell’Orsa – 1965

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Luchino Visconti narra la storia di Sandra, che accompagnata dal marito torna nella sua città natale per donare un parco da intitolare al padre, scienziato ebreo morto in campo di concentramento. A Volterra rivede il fratello e il patrigno, che secondo loro denunciò il padre ai nazisti per continuare la relazione con la moglie. Il patrigno si difende  accusando i fratelli di una relazione incestuosa tra loro. Il fratello, dopo una discussione furiosa, e in preda della solitudine si toglie la vita.

3. La leggenda del santo bevitore – 1988

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Il regista Ermanno Olmi basa il film sul racconto autobiografico di Joseph Roth “La leggenda del santo bevitore”. Sotto il ponte della Senna, uno sconosciuto benefattore dona a un ex minatore senzatetto duecento franchi.  Andreas, vuole sdebitarsi, e seguendo la richiesta del benefattore restituisce il prestito alla chiesa di Santa Teresa di Lasiex. Tuttavia Andreas non ricambierà il buon gesto del benefattore.

2. Così ridevano – 1998

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Gianni Amelio racconta le vicende di una Torino caratterizzata dalla discriminazione nei confronti dei meridionali. Il film narra la storia di due fratelli. Giovanni il fratello maggiore è un operaio analfabeta emigrato dalla Sicilia. Il suo desiderio è che Pietro, il fratello minore, possa diplomarsi. Entrano in scena il riscatto sociale e l’ambizione irraggiungibile di far parte di mondi distanti da quello operaio.  Il regista mostra un rapporto di fratellanza poco paritario, ma piuttosto gerarchico, come tra padre e figlio.

1. Sacro GRA – 2013 

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Il documentario, diretto da Gianfranco Rosi, è il primo documentari0 in tutta la storia del Festival ad aggiudicarsi il Leone d’Oro. Il film mostra scene di vita reale che si svolgono lungo il Grande Raccordo Anulare. Il regista presenta la storia di persone comuni, senza nessun tipo di commenti esterni.