Nei vari social network è sempre più in voga l’ostentazione della nostalgia per le epoche passate, anche e soprattutto quelle non vissute. Tra le pagine più interessanti se ne trova una su Facebook – Una foto diversa della prima Repubblica. Ogni giorno. – che riporta alla memoria gli attori più significativi e i partiti più importanti nella storia della politica italiana dall’immediato dopoguerra fino al 1992 che, con l’inchiesta Mani Pulite, ha di fatto posto fine alla prima Repubblica.
Sempre in questa pagina si evidenzia, con ironia sottile, la differenza nel linguaggio tra i politici di oggi e quelli del passato. Lo stile retorico è assolutamente opposto: oggi, assaliti da un populismo insopportabile e dalla irrefrenabile voglia di attaccare il politico in quanto tale, tutti i leader – di partiti e movimenti – rincorrono, tanto affannosamente quanto orgogliosamente, un linguaggio spicciolo e concetti demagogici al fine di mostrarsi il più possibile vicini al popolo. Classe e stile non sono più di casa né a Montecitorio né a Palazzo Madama. Talvolta però si sono raggiunti picchi realmente imbarazzanti: eccone quattro che sono rimasti particolarmente impressi nella memoria.