Il Business Italiano Vola negli Emirati Arabi Uniti

La prima cosa che viene in mente quando si parla di Emirati Arabi Uniti è “lusso”: limousine, gioielli, hotel a sei stelle, Rolex. C’è chi vi fa visita perché attratto da questo mondo luccicante, chi parte con l’unico obiettivo di mostrare su Facebook le foto di un viaggio di cui ricorderà poco e niente. E c’è chi sceglie questa zona geografica per fare affari.

Gli EAU sono al quinto posto nel mondo per apertura internazionale ed hanno un rapporto tra interscambio commerciale e PIL pari al 163%. Si tratta quindi di un terreno fertile per il business: dalla sanità all’istruzione, dall’agricoltura all’IT, lo sviluppo delle attività imprenditoriali è in continuo aumento. Complice, sicuramente, anche l’ottima qualità della vita che rende gli Emirati Arabi Uniti una piacevole meta di destinazione. Senza contare poi il regime fiscale che incentiva gli investimenti stranieri in modo particolare, non essendo previste imposte sul reddito delle persone fisiche.

Made in Italy in Medio Oriente

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Il recente studio “Outlook – il business italiano negli Emirati Arabi Uniti” (qui è possibile consultarne l’abstract), realizzato da Studi e Ricerche per il Mezzogiorno (collegato al gruppo Intesa Sanpaolo), ha evidenziato la crescente attenzione delle aziende italiane al mercato del Golfo. Uno dei principali punti di riferimento per chi voglia fare affari in questa zona è la Camera di Commercio Italiana negli Emirati Arabi Uniti – fondata da Mauro Marzocchi – che nel 2015 ha assistito ben 785 società del Belpaese.

Ha dichiarato recentemente Mauro Marzocchi riguardo all’export italiano verso gli EAU “a fine settembre abbiamo registrato un aumento del 18,6%  sullo stesso periodo 2014. Ciò significa un export del 50% maggiore di quello verso l?india, del 20% verso il Brasile e lo stesso livello verso il Giappone”.

Il settore più attraente per l’industria italiana sembra essere quello dell’Health Care, essendo la domanda dei servizi sanitari privati in forte crescita (merito anche del supporto dato al settore pubblico dalle assicurazioni private). Ne sa qualcosa Simone Improta, alla guida del primo Italian Hospital a Dubai – nel centro del Dubai Health Care City: 100 posti letto, una struttura che occupa quasi 20 mila metri quadrati, 200 dipendenti e molti, molti soldi investiti.

Certo è che, quanto a investimenti pubblici in nuove strutture, l’Arabia Saudita non ha rivali: il ministero della salute ha finanziato il progetto di cinque città mediche che offriranno un totale di 6.200 posti letto; un miliardo di euro è stato stanziato per il progetto del King Khalid Medical City. Nel 2015 quasi il 19% del budget pubblico è stato messo a disposizione per l’edificazione di strutture sanitarie e servizi di assistenza.