Il 14 settembre, l’Unione Europea ha rivelato il suo piano di aggiornare le leggi che riguardano il copyright nel tentativo di assicurare una giusta retribuzione a giornalisti, autori, e creatori di contenuto audiovisivo per la rete. L’EU ha inoltre intenzione di migliorare e accrescere il numero di accessi ad internet ad alta velocità e rendere più facile l’accesso all’archivio accademico per scienziati e ricercatori. Queste diverse iniziative sono state illustrare dal presidente dell’Unione Europea Jean-Claude Juncker durante il discorso riguardante lo Stato dell’Unione Europea.
Le nuove leggi porteranno ad una maggior tutela del diritto d’autore. Ad esempio, Youtube dovrà rendere i controlli più serrati così che i contenuti condivisi non vadano a violare le leggi del copyright (Google già oscura i video di Youtube con un software chiamato ContentID).
La parte più controversa della revisione sulle leggi del copyright dovrebbe riguardare le testate giornalistiche: i quotidiani e i magazine assumeranno più potere nella negoziazione di compensi con piattaforme come Google News che distribuiscono articoli, foto o video in rete. Questo provvedimento, però, potrebbe portare ad una rottura con Google (i precedenti: in Spagna, nel 2014, Google ha chiuso definitivamente Google News dopo che proposte simili erano state prese in considerazione dal governo della penisola iberica).
Le nuove regole “colpiranno sia chi scrive, chi legge o chi condivide notizie”, ha dichiarato Google in un blog post pubblicato subito dopo il discorso tenuto da Juncker. La compagnia ha poi affermato che le modifiche proposte dall’UE porteranno ad una sola conseguenza: “Tutto ciò che verrà caricato sul web dovrà passare per le mani di avvocati prima che possa trovare un pubblico”.
Ma Google non è l’unica compagnia in disaccordo con il Presidente della Commissione Europea. Le maggiori case editrici potrebbero perdere denaro se gli archivi accademici diventassero facilmente consultabili.
Stando alle parole di Carlos Moedas, commissario europeo della ricerca, della scienza e dell’innovazione: “La scienza ha bisogno di leggi di copyright che riflettano la realtà dell’epoca moderna: dobbiamo rimuovere le barriere che impediscono agli scienziati di poter scavare a fondo tra le ricerche precedentemente fatte”.
Il piano proposto dall’UE include un investimento di 120 milioni di euro per portare la linea di free wireless nei parchi e nelle piazze delle città europee che ne sono sprovviste. Inoltre, si prevede lo sviluppo di un piano standardizzato che permetta la diffusione del 5g per telefonia mobile entro il 2020.
Uno degli obiettivi da raggiungere con il piano chiamato ‘5g Action Plan’ è quello di evitare la lenta diffusione che è invece avvenuta con il precedente 4g. Parte del denaro stanziato potrebbe anche essere utilizzato per promuovere lo sviluppo di “guida automatizzata, spedizioni fatte con droni o realtà virtuali per specifiche collaborazioni professionali”.
Per adesso queste rimangono solo delle proposte. Il Parlamento Europeo deve sedersi a tavolino e discutere sull’approvazione o meno del piano. Se il voto sarà favorevole, si potrebbe assistere ad una modernizzazione del vecchio continente.