UE, Via al Mercato Unico dello Streaming

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In un contesto sempre più incerto sulle sorti dell’Europa unita, arrivano finalmente i primi tentativi di far cadere le barriere territoriali. Un’attenzione particolare è riservata a quei cittadini che, per motivi di lavoro o amanti dei viaggi, si spostano da uno Stato all’altro.

Di recente è stato annunciato il Roaming Zero, un accordo che permetterà di utilizzare i servizi di telefonia con le tariffe nazionali. Grazie agli accordi con gli operatori telefonici, dal 15 giugno il Roaming Zero entrerà ufficialmente in vigore: l’Europa sembra che voglia reagire alla Brexit e alle dichiarazioni nazionaliste con un appello all’unità a partire dal basso, dai propri cittadini.

cabina telefonicaOltre la sorpresa generata dall’intesa tra le compagnie telefoniche e i vertici europei, il Roaming Zero è quel genere di accordi che scatena numerose polemiche oltre la Manica, perché i cittadini britannici sono stati esclusi.

Per gli inglesi, pertanto, sarà piuttosto dispendioso muoversi all’interno dei confini europei. Ma d’altronde, le intenzioni del premier inglese Theresa May per una Hard Brexit iniziano a concretizzarsi a partire dal turismo.

Inoltre, è dello scorso 7 febbraio la notizia del passaporto europeo. Non si tratta di un’evoluzione della tessera sanitaria, ma dell’introduzione della continuità territoriale anche nell’intrattenimento: musica, film, sport e videogiochi.

skygoL’inizio è previsto per il 2018: i cittadini europei che si sposteranno temporaneamente tra gli Stati dell’UE potranno usufruire degli abbonamenti sottoscritti alle piattaforme di streaming come se fossero nel Paese di residenza.

Le nuove regole annullano gli attuali accordi di licenza esclusiva e aboliscono le restrizioni in termini di portabilità sia per i nuovi iscritti che per gli abbonati.

Al momento la proposta deve essere formalmente approvata dalla Commissione Affari giuridici dell’Europarlamento, dall’Assemblea e dal Consiglio UE. Stando alle dichiarazioni del commissario competente Andrus Ansip,

Le opportunità non mancano: i dati di Bruxelles del 2016 confermano che il 64% degli europei ha utilizzato internet per scaricare film, immagini e musica e il 30% dei cittadini chiede di poter unire il mercato digitale.

Con il nuovo regolamento l’Unione Europea concede nove mesi di tempo per adattare i portali e le applicazioni alla nuova direttiva: rientrano tutti i provider che offrono servizi di streaming a pagamento: da Netflix a SkyGo, fino a Mediaset Premium Play e Now TV.

mediaset premiumPer garantire la privacy e la tutela dello streming on demand, Netflix e i suoi concorrenti controlleranno la residenza dell’abbonato tramite i dati di fatturazione e la carta di credito. Questo eviterà abusi, da parte dei sottoscrittori, di sottoscrivere un abbonamento a un servizio straniero per usufruirne illimitatamente in Italia.

Infine, per quei servizi gratuiti come Rai Play, avranno diritto a scegliere se mantenere o meno il blocco geografico.

Sembra, quindi, che l’Europa stia facendo uno sforzo verso la creazione di un’unica entità fatta di leggi e mercati comuni. Intervenire inizialmente su telefonia e digitale è stata una mossa furba, che ha fatto guadagnare qualche punto sulla fiducia nelle istituzioni. C’è da sperare che questo non faccia perdere di vista le questioni fondamentali, quali immigrazione, tutela dei diritti civili e politica estera.