La Delocalizzazione Sconfitta dagli Operai Francesi

Con l’odierna globalizzazione, le storie su aziende che delocalizzano dove il costo del lavoro è più basso, gli scioperi più rari e il fisco più leggero, sono all’ordine del giorno. Ma quando questo zeitgeist viene ribaltato, quando gli interessi delle multinazionali si scontrano con il muro della determinazione dei lavoratori, succede qualcosa di straordinario che merita di essere raccontato. Questa è la storia degli operai francesi che hanno combattuto e sconfitto la delocalizzazione.

1.336 giorni di lotta

La storia inizia con uno scenario ormai familiare. Nel 2010 la Fralib, un’azienda che produce tè Lipton e tisane Elephant a Gémenos cittadina vicina a Marsiglia, ha rischiato la chiusura perché la società proprietaria, la multinazionale Unilever, aveva deciso di spostare la produzione a Bruxelles e in Polonia. La decisione dell’Unilever venne presa in seguito ad uno sciopero indetto dagli operai nel settembre del 2010, che mirava all’ottenimento di un aumento dei salari dopo che il gruppo aveva versato cospicui dividendi ai suoi azionisti.

Da quel momento una lunga battaglia fatta a colpi di piani di salvataggio ebbe inizio. Il primo piano presentato dall’azienda venne annullato dal tribunale in quanto il consiglio di fabbrica non era stato informato in maniera adeguata. La Unilever quindi presentò un secondo piano, che questa volta venne contestato dai sindacati che sostenevano la mancanza di misure adeguate per il ricollocamento dei 182 dipendenti. Il piano venne approvato in tribunale ma respinto in appello.

Anche il terzo piano presentato dalla Unilever venne respinto in tribunale, tanto più che, pochi mesi dopo la sentenza, un giudice stabilì una pesante penale per l’azienda: tremila euro per ogni giorno di ritardo nel reintegro dei 182 dipendenti, più altri cinquemila da pagare entro 15 giorni. In seguito alla sentenza la Unilever presentò un quarto piano di salvataggio che però interessava solo i dipendenti delle categorie protette, 14 persone su 182. La società sapeva che il piano sarebbe stato ovviamente rifiutato e sperava di riprendere la contrattazione su una proposta dei sindacati.