La Moda in Versione 3D: il Caso di Iris Van Herpen

Se le ultime sfilate milanesi hanno di fatto stabilito che la moda italiana sopravvive grazie al classicismo e alle tradizioni, alla moda francese viene riconosciuto un carattere e un’anima decisamente innovativa. Parigi, Les Marais, Centre Pompidou, 30 settembre 2014. Sono queste le coordinate che individuano il luogo ed il momento dell’ultima, eversiva innovazione nel mondo della moda.

Si dissolvono tessuti, pellami ed ogni traccia di materiale tradizionale; restano gli abiti. Quasi fossero sculture immateriali, avvolte da particelle atomiche, in grado di formare molecole appena percettibili: sulla passerella sfila una dimensione del tutto nuova, la terza. È solo grazie ad Iris Van Herpen, sibilla olandese da anni premonitrice della moda che verrà, che questa sublimazione può accadere. Non è, infatti, un caso che, in luglio, abbia vinto l’Andam, uno tra i più prestigiosi premi del sistema moda. La giovane designer, pioniera dell’utilizzo di materiali innovativi all’interno delle sue confezioni, per la prima volta realizza una collezione pret-à-porter attraverso la tecnologia della stampa 3D, dimostrando come questa, lungi dall’essere un vezzo futurista, costituisca ormai parte integrante della conoscenza tecnica del presente. Plastiche tagliate al laser, rese origami, silicone, pvc trasparente, leghe di metallo ultraleggere sono i fili con i quali Van Herpen tesse le sue visioni; visioni che, nonostante ricordino la fantascienza, risultano tremendamente contemporanee ed indossabili.

Fonte d’ispirazione per la realizzazione di questi capi è stata un’illuminante visita al CERN, e il “caos generato dal magnetismo” come lei stessa dichiara. Dunque, totalmente rapita da questa concezione di caos, Van Herpen ha dovuto dare ad esso un ordine perché potesse materializzarsi: indispensabile a questo fine è stata la proficua collaborazione con l’architetto canadese Philip Beesley e l’artista olandese Jolan van der Wiel. La collezione, così, è divenuta un perfetto connubio di design, architettura, arte e natura.

Il magnetico – si vedrà se anche dal punto di vista commerciale – esperimento della stilista olandese, forse l’unica, seria rivoluzione nella concezione di fare moda degli ultimi anni, mostra come investire in ricerca e sviluppo, accantonando per una volta le logiche del solo profitto, non sia un lusso sterile esclusiva del design d’avanguardia; al contrario, l’innovazione, risulta un elemento indispensabile, se si vuole sperare di eguagliare l’abilità dei grandi maestri del costume passato. Sebbene, infatti, la società e, di pari passo, l’industria della moda siano radicalmente mutate, rimane il fatto che, per quanto oggi possa assumere diverse sfumature, il talento autentico, se presente, traspare; cristallino come le monadi firmate Iris Van Herpen.