La Nuova Sfida di Facebook: alla Conquista del Mondo della Pubblicità On line

 

Il 3 febbraio 1957, dopo il telegiornale della sera, venne mandata in onda la prima pubblicità italiana. Il Carosello. E fu così per (quasi) tutte le sere, dalle 20.50 alle 21.00, dal 1957 al 1977. La Rai, ai tempi, si chiamava Programma Nazionale. In Italia si parlava di consumismo e modernizzazione. Il Carosello conteneva un numero limitato di pubblicità, la cui durata massima era di 2 minuti e 15 secondi. Pubblicità che hanno lasciato un segno nella storia italiana. Perché Calimero lo conosciamo tutti, anche i cyber bambini del 2014, e tutti abbiamo detto, o sentito, almeno una volta nella nostra vita “Ava, come lava!”.

Nel 1941, invece, dall’altra parte dell’oceano, venne trasmessa la prima pubblicità televisiva della storia. Sulla rete WNBT (NBC), per 10 secondi la Bulova pubblicizzò un suo orologio. Costo dell’operazione: 4 dollari. 3 Luglio 2014, Menlo Park, California. Facebook acquisisce LiveRailTechcrunch, citando fonti anonime, afferma che la trattativa si è chiusa per una cifra tra i 400 e 500 milioni di dollari

Senza voler fare i conti in tasca al buon Mark Zuckerberg, investire tutti quegli “zero” deve essere stata una mossa studiata e dal ritorno assicurato. Nel 2013, il 37,2% dei video pubblicitari visti dagli americani, sono stati distribuiti da LiveRail, che ha così superato Google e AoI. La società, fondata a San Francisco nel 2007, ha 170 dipendentidistribuiti in quattro filiali e sembra garantire 7 miliardi di impression al mese sui suoi video. Una vera e propria svolta per il marketing di Facebook. Non ci saranno modifiche stravolgenti per gli utenti. Si tratterà solo di cambiare un po’ le abitudini. Si passerà infatti dalle inserzioni testuali ai video, che dovrebbero comparire nel news feed tra un aggiornamento di stato e l’altro. Considerando che il social network vanta più di 1 miliardo di utenti al mese, la strategia potrebbe essere vincente.

Brian Boland, il vice presidente della sezione ads Product Marketing di Facebook, ha dichiarato che “Pubblicità video più accattivanti si rivelano più interessanti per chi le guarda e danno un beneficio anche alle aziende che le producono.” Di contro, non bisogna dimenticare quanto detto dal famoso pubblicitario Jacques Séguéla che, all’interno della Teoria Debole della pubblicità, tende a ridurre il potere della stessa: “La pubblicità non sceglie per nessuno, permette solo di scegliere meglio”. C’è però da considerare il fatto che, su Facebook, sono gli utenti stessi a fornire gli elementi necessari per farsi “ammaliare” da queste forme moderne di reclame. Si ipotizza che il social potrebbe utilizzare i dati proprietari sugli utenti per indirizzare la distribuzione dei video. Al momento, dunque, nessuna certezza, molte ipotesi e una sola verità assoluta: nessun bambino andrà più “a nanna dopo Carosello”.