L’ascesa del Golf in Cina: una Lente per Vedere le Recenti Trasformazioni

Il golf in Cina è ufficialmente proibito, e stando alle cifre ufficiali a praticare lo sport è lo 0% della popolazione cinese. Tuttavia in Cina si costruiscono più campi da golf che in tutto il mondo e, nonostante una norma che vieta la proliferazione dei prati verdi, è arduo conoscere il numero esatto dei luoghi in cui si può giocare. Che informazioni si possono trarre da questo vero exploit? O, meglio ancora, come la proliferazione del golf in Cina può aiutarci a capire quali profonde trasformazioni sta vivendo il colosso asiatico? Ce ne parla Dan Washburn, giornalista e scrittore americano nella sua ultima opera: “The Forbidden Game: Golf and the Chinese Dream”.

Nel recente passato l’ascesa del partito comunista di Mao aveva combattuto uno sport sinonimo di ricchezza e corruzione, valori contrari all’uguaglianza forzata imposta dal sistema. Dopo che nel 1980 il Paese si è aperto al mercato globale molti dirigenti, a livello informale, hanno iniziato ad appassionarsi al gioco. Ancora nel 2014 nessun alto dirigente ha dichiarato pubblicamente di giocare a golf anche se in molti usano falsi nomi per non essere rintracciati sul campo.

Da questo punto di vista lo sport in questione è emblematico e rappresenta benissimo la crescita cinese nell’ultimo decennio: il golf è una delle tante lenti con cui vedere la Cina. Ufficialmente proibito dal governo centrale è in realtà tollerato e a volte segretamente incoraggiato in una delle tante zone grigie che esistono nel territorio cinese. La storia del boom economico asiatico insegna che dalle province più lontane e meno controllate sono arrivate le interpretazione delle norme centrali, che poi hanno fatto scuola portando un reale sviluppo economico.

E così ad Hainan Island, zona dal clima hawaiano e dalle bellissime spiagge, in poco tempo sono sorti alberghi lussuosi con campi da golf all’interno. A parte questi centri speciali il circuito di golf professionistico è ancora agli albori e il PGA Tour China è partito quest’anno. In precedenza lo sport veniva visto semplicemente come un lavoro migliore di quello che si sarebbe potuto ottenere diversamente. Ridurre il tutto ad una scelta lavorativa e non sportiva impediva una svolta glamour nel golf cinese. Washburn descrivendo la vita di un giocatore in divenire illustra notti in edifici fatiscenti, trasferte impossibili e premi che a fatica coprono le spese del torneo. Solo l’ultimissima generazione di giovani cinesi si è ritrovata a giocare a golf grazie ad investimenti nella crescita sportiva.

Pur rimanendo uno sport per privilegiati, inserito in un contesto di norme incerte, resta un buon indicatore della crescita del Paese. Lato economico a parte, rispetto al passato è un grande passo avanti quello di poter seguire le proprie aspirazioni personali in sempre più forme. Dopo decenni di tragica chiusura, l’opportunità e la possibilità di prendere una mazza da golf per cercare di mettere la pallina in buca offre un ulteriore prospettiva del sogno cinese.