Le 10 Fughe dal Carcere Più Incredibili nella Storia

Al giorno d’oggi raramente accade di venire a conoscenza di piani di fuga particolarmente dettagliati escogitati da prigionieri fuggitivi dalle sbarre ai quattro angoli del mondo. Più realisticamente si tratta di condannati in libera uscita che approfittano di una sorveglianza già piuttosto bassa, o di qualche istituto correttivo particolarmente incurante nelle procedure di controllo. Nel corso della storia però, a partire dalla creazione di carceri di varia natura, ci sono stati gruppi di temerari che proprio non potevano accettare di trascorrere periodi di detenzione spesso molto lunghi, se non infiniti. Tra questa schiera di (geniali) coraggiosi nacquero idee davvero sorprendenti su come eludere ogni tipo di sorveglianza, diventando dei veri maestri nell’arte. E alcune loro imprese sono ricordate proprio perché hanno dell’incredibile. Vi proponiamo oggi una classifica sulle imprese più assurde dei galeotti più impavidi.

10. John Gerard – Torre di Londra

273265385_c4d97cc2de_zLa fuga del prete gesuita John Gerard nel sedicesimo secolo resta una delle pochissime avvenute dalla famosa Torre di Londra. Condannato a morte per aver predicato in periodo di persecuzione cattolica in Inghilterra, Gerard fu in grado di mettersi d’accordo con alcuni complici tramite note scritte con inchiostro d’arancio e tramandate fuori dalla prigione di contrabbando. Una notte, gli aiuti arrivarono su una barca nel fossato sottostante la cella. Montata una scaletta, il prete riuscì a scendere agevolmente nonostante le ferite da tortura inflitte durante la prigionia. La sua fuga si concluderà definitivamente a Roma.

9. John Dillinger – Lake County Jail

MTE5NTU2MzE2MjAxMTkwOTIzJohn Dillinger fu un vero e proprio gangster criminale imperante negli anni 30 del novecento. Per la verità le sue fughe furono molteplici, sempre ben progettate. Quella più famosa avvenne nel carcere di massima sicurezza di Lake County , sorvegliata da polizia e guardia nazionale. Riuscì a costruirsi una pistola finta da una tavoletta di sapone e minacciando le guardie uscì dall’edificio. Lì rubò la nuovissima Ford del direttore della prigione e scappò in Illinois. Sfortuna volle che fu proprio la sua fuga in macchina a mettere sulla pista giusta gli specialisti dell’FBI sulle sue tracce.

8. La grande fuga dalla Libby Prison, Richmond – 1864

LandscapeLa prigione Libby era una delle più temute durante la Guerra Civile americana. Nel 1864, 15 prigionieri unionisti guidati dal colonnello Thomas E. Rose e dal maggiore A.G Hamilton riuscirono nell’impresa di scavare un tunnel sotto ai basamenti della prigione e arrivare fino a un magazzino vuoto poco distante. Non un lavoro semplice, dato che il tunnel era completamente infestato dai ratti. Fatto sta che da lì in 109 riuscirono a scappare nella vicina Richmond in cerca delle ferrovie da cui fuggire definitivamente: 48 vennero acciuffati, 2 affogarono in un fiume poco distante ma 59 riuscirono a raggiungere le proprie guarnigioni e a mettersi in salvo. La loro è la fuga più memorabile della Guerra Civile.

7. Giacomo Casanova e la fuga dai Piombi di Venezia

314746701_a859963899Casanova non fu noto solo per essere un vero donnaiolo ma anche per una fuga memorabile dalla prigione dei Piombi, dentro Palazzo Ducale a Venezia. Lì confinato per dissolutezza e adulterio nel 1753, Casanova riuscì a farsi avere una punta di metallo con la quale, assieme al prete rinnegato con cui condivideva la cella, scavò nelle celle a fianco. Da lì arrivò a scavare gli scaloni del soffitto, nel quale penetrò e successivamente, con un gioco di scale e appoggi, scese nel piazzale antistante il palazzo. Da lì proseguì la sua fuga per Venezia in gondola. Anche se è possibile che queste sue avventure siano state gonfiate, vi sono prove che ne testimoniano l’affidabilità.

6. Pascal Payet e le fughe in elicottero

2466792259_e8810d31c3Molte prigioni europee hanno sul tetto degli spazi per esercitazioni e decollo elicotteri. Un elemento che Pascal Payet userà sempre a suo vantaggio. Condannato a 30 anni per concorso in omicidio, li dovette scontare nella prigione di Luynes in Francia. Nel 2001 fuggì semplicemente grazie a un complice che lo venne a prelevare in elicottero sul tetto della prigione. Non contento, due anni dopo si presentò in elicottero per liberare tre compagni nella stessa maniera. Gli andò male, vennero presi tutti e quattro e Payet condannato a 7 anni per concorso nella fuga. Ma la prigione non era posto per lui e nel 2007, aiutato da quattro complici mascherati, fu trasportato sul tetto della prigione e da lì ancora prelevato in elicottero. Atterrerà sulla costa del Mediterraneo per scomparire definitivamente.

5. Dieter Dengler – Guerra del Vietnam – Laos

36d48a330d8c59dd5ae873e567aa92c8Dengler è l’unico prigioniero americano ed essere effettivamente riuscito nella fuga da un campo controllato dai vietnamiti. Abbattuto col suo aereo nel 1966, venne portato in una prigione controllata da simpatizzanti vietnamiti denominati Pathet Lao. Con 6 compagni, però, riuscì a liberarsi da manette e lacci alle gambe e si impossessò di armi con le quali debellò tre guardie per fuggire nel cuore della foresta poco dopo. Lì sopravvisse 23 giorni tra pioggia, fango, fame, insetti e altre difficoltà prima di essere salvato da un elicottero americano. Con lui, solo un altro prigioniero tailandese riuscì nell’impresa. Gli altri furono tutti uccisi nella fuga o catturati.

4. Fuga da Alcatraz

2134827996_2f0d913c33Ebbene sì, anche dalla prigione considerata più sicura al mondo ci fu chi riuscì nella fuga. Nel 1962, Frank Morris e i fratelli Clarence e John Anglin progettarono quella che diventerà una strategia da manuale. Servendosi di vari oggetti metallici tra cui cucchiai, marmitte, filo spinato e altro riuscirono a penetrare nel canale di ventilazione adiacente la loro cella, dopo un lavoro di scavo durato mesi e avvenuto perlopiù di notte. Da lì scesero in un camino verticale fino alla scogliera esterna, dove assemblarono in tutta fretta una materassino gonfiabile per disperdersi poi nella baia di San Francisco. Da lì la storia entra nel mistero: c’è chi sostiene siano affogati, chi sostiene che siano stati caricati in barca da complici e altro ancora. Fatto sta che i loro corpi non sono mai stati trovati.

3. Fuga violenta dalla prigione Maze – Europa – Irlanda

maze_2(foto: www.belfasttelegraph.co.uk )

1983, Irlanda del Nord. Nella prigione Maze, considerata tra le più sicure in Europa, furono rinchiusi molti esponenti del gruppo paramilitare terrorista irlandese dell’IRA. Nel 1983, 35 di loro, guidati da Gerry Kelly e Bobby Storey riuscirono a far entrare nella prigione diverse armi da fuoco con le quali diedero il via a una ribellione di tutto un braccio. Minacciando e facendosi largo a forza rubarono un’auto vicino a un posto di guardia ma vista l’impossibilità di superare l’ultimo cancello la abbandonarono per scavalcarlo a piedi. 16 dei 35 fuggitivi finali saranno catturati nuovamente mentre a terra rimasero molte guardie e molti feriti.

2. Billy Hayes in fuga dalla Turchia

1252177433375alcatrazdetallednIl sistema giudiziario turco del 1975 era certamente particolare. Lo scoprì a sue spese Billy Hayes, che venne scoperto con dell’hashish a bordo di un’aeroplano col quale cercava di uscire dal paese. Fu condannato a 30 anni e ne passò 5 nella prigione di Sagmilicar prima di essere trasferito nel carcere di un’isola sul mare di Marmara. Qui iniziò a meditare la fuga. Nella baia circostante non vi erano molte imbarcazioni ma quando c’era brutto tempo si riempiva di piccole barche a remi di pescatori locali. Hayes aspettò giorni nascosto in una piccola cabina di cemento, poi uscì e fece a nuoto la baia fino a impossessarsi di un piccolo vascello col quale fuggì nella vicina Grecia a colpi di remi. Da lì attraverso buona parte d’Europa prima di esser trasportato di nuovo negli Stati Uniti. Hayes scriverà un famoso libro su questa fuga e verranno fatte anche trasposizioni televisive.

1. La Grande Fuga

harryQuella della “grande fuga” è una delle realtà più conosciute di evasione da campi di prigionia avvenuti nel corso della seconda guerra mondiale, anche grazie ai film e documentari che ne sono stati realizzati. Per pianificazione, rischio e difficoltà è anche una delle più incredibili. Dal campo Stalag Luft III in Germania, nel 1944, fuggirono 76 alleati al culmine di un anno di lavori che coinvolsero centinaia di prigionieri. Essi furono così meticolosi da scavare tre tunnel sotterranei culminanti in un bosco a fianco al campo, muniti di prese d’aria e contrafforti di legno per evitare crolli. La terra di scavo fu dispersa giornalmente nel campo. Dopo aver raccolto abiti civili e passaporti, una notte, la fuga iniziò e andò bene fino al 76esimo prigioniero, che venne scoperto fuori dalla prigione. Il piano per gli altri saltò e i tunnel vennero chiusi. Solo 3 dei 76 prigionieri fuggiti non saranno catturati nuovamente.