Il “Times Higher Education”, celebre portale britannico che si occupa del mondo della formazione universitaria, ha da pochissimo reso pubblico il “World University Rankings 2014-2015”. La classifica si propone di mettere in ordine le 400 migliori università del mondo analizzandole in tutti i loro obiettivi fondamentali: insegnamento, ricerca, il cosiddetto “Knowledge Transfer” (il trasferimento tecnologico, della ricerca e sviluppo e dell’innovazione nel tessuto imprenditoriale) e l’internazionalizzazione.*
Ben poche sono le novità ai primissimi posti e bisogna scendere di parecchie posizioni per trovare nomi italiani. Ma c’è una sorpresa che sorge da Est.
Le prime della classe
1. Caltech (California Institute of Technology)
2. Harvard University
3. University of Oxford
4. Stanford University
5. University of Cambridge
6. Massachusetts Institute of Technology (MIT)
7. Princeton University
8. University of California, Berkeley
=9. Imperial College London
=9. Yale University
Le italiane
Entrano a far parte del ranking anche numerosi atenei italiani. Fiore all’occhiello del Bel Paese è la Normale di Pisa che si colloca con un’ottima posizione nella top 100.
67. Scuola Normale Superiore di Pisa
221-225 Università di Trieste
226-250 Università di Milano-Bicocca
251-275 Università di Pavia
251-275 Università del Salento
251-275 Università di Trento
251-275 Università di Torino
276-300 Università di Bologna
276-300 Università degli Studi di Milano (Statale)
301-350 Università di Padova
301-350 Università di Pisa
301-350 Politecnico di Milano
301-350 Università Sapienza di Roma
351-400 Università Aldo Moro di Bari
351-400 Università di Ferrara
351-400 Università di Firenze
351-400 Università di Roma 3
Declino e ascesa
Anche se nei primi posti non ci sono novità di rilievo rispetto alle scorse edizioni del ranking, la ricerca mette tuttavia in luce un fenomeno di più ampia portata: un accenno di declino delle università occidentali (americane ed europee) e l’affacciarsi delle eccellenze asiatiche.
Gli Stati Uniti hanno infatti 74 atenei tra le prime 200 posizioni, calando dalle 77 della scorsa edizione e con il 60% delle sue università che ha ottenuto un punteggio più basso rispetto allo scorso anno. L’Inghilterra perde anch’essa tre università dalla top 200, passando da 31 a 28.
Dall’altro lato del pianeta invece le principali università asiatiche continuano la loro ascesa e il continente ha ora 24 atenei nella top 200, quattro in più dello scorso anno. L’Università di Tokyo e l’Università Nazionale di Singapore si collocano tra le migliori 25 del mondo e sei università del continente asiatico sono fra le migliori 50 del mondo.
Cambiamenti di piccole dimensioni, ma che tracciano una direzione ben precisa: il vento della cultura, innovazione e ricerca sta iniziando sempre più a soffiare da est.
Note: * La classifica è stilata utilizzando 13 indicatori suddivisi in 5 gruppi che contribuiscono in percentuali differenti al punteggio totale:
- Insegnamento (30%)
- Ricerca (30%)
- Citazioni (30%)
- Industry Income (innovazione) (2,5%)
- Internazionalizzazione (7,5%)