Cosa succede se una famosa rivista come Life decide di celebrare la più grande agenzia fotografica a livello mondiale come la Magnum Photos? La mostra di una tale bellezza da trasportare l’immaginazione in un viaggio nello spazio, lungo due aziende culturali di fama internazionale, e nella storia, dai reportage della guerra in Corea ai ritratti dei grandi di Hollywood.
Siamo a Cremona, in una cittadina silenziosa fuori dal tempo, al confine tra la Lombardia e l’Emilia Romagna, nella quale il telefono prende poco e il contatto umano è ancora il più apprezzato modo di comunicare. Patria di liutai, torrone e mostarda, il mercato del sabato mattina anima tutto il centro storico con colori e profumi inebrianti.

Cremona è il borgo che tiene vive le tradizioni, quelle slegate dalla tecnologia, quelle che riempiono il cuore e confortano l’animo; le sue usanze sono tanto forti da animare tutta la città, con musicisti che si esibiscono a ogni angolo della strada, artigiani intenti a creare nuove opere e trattorie dal retrogusto vintage.
Poco lontano dal centro storico, in una zona appartata e silenziosa, si erge il Museo del Violino, inaugurato nel 2013 dalla Fondazione Museo del Violino Antonio Stradivari. È questo lo sfondo della mostra Magnum Life, il fotogiornalismo che ha fatto la storia – in corso fino all’11 giugno 2017 – nella quale sono esposti fotografi come Eve Arnold, Bruno Barbey, Werner Bischof, Cornell Capa, Robert Capa, Henri Cartier-Bresson. E ancora, Bruce Davidson, Elliott Erwitt, Ernst Haas, Philippe Halsman, Erich Hartmann, Inge Morath e Dennis Stock.
Da un lato, il periodico umoristico americano Life, imperniato principalmente sul fotogiornalismo, ha svolto un ruolo cruciale nella creazione di un’identità e una cultura nazionale per l’America. Dall’altro, la Magnum Photos riunisce sessanta tra i migliori fotografi del mondo e ne protegge il diritto d’autore. La loro collaborazione ha permesso di creare un grande impatto sull’opinione pubblica, di documentare anche visivamente i più grandi avvenimenti dalla Grande Depressione alla Guerra in Vietnam.
La mostra è un viaggio, un percorso articolato e affascinante, un insieme di emozioni contrastanti e profonde. La struttura fisica dell’esposizione e i contenuti in essa rappresentati permettono al visitatore di esplorare anche se stesso, grazie alla potenza emotiva delle fotografie.