Mondiali 2014: Un Logo che Fa Discutere

I Mondiali di calcio 2014 fa parecchio discutere non solo per le prodezze atletiche e tecniche dei calciatori. Alcuni criticano gli orari delle partite, altri l’eccessivo caldo. Non mancano mai le accuse contro gli arbitri, ma ben più gravi sono stati gli scontri civili avvenuti prima dell’inizio del Mondiale e che perdurano tuttora. In tutta questa confusione, legittima o meno, c’è chi ha attaccato persino il logo di questo mondiale.

Si tratta della rivista brasiliana Veja, che ha accusato la sinistra brasiliana (partito dei lavoratori) d’aver voluto esercitare attraverso il simbolo dei Mondiali un controllo subliminale sulla folla. In particolare, in basso a sinistra sarebbe stata collocata una L per richiamare il nome di Lula, predecessore dell’attuale Presidente Rousseff. Inoltre, la data 2014 sarebbe stata dipinta di rosso per richiamare il colore rappresentativo del partito brasiliano di sinistra. Veja, infatti, sostiene che i creatori del logo avrebbero dovuto dipingere il 2014 in blu, colore più consono alla bandiera brasiliana. Quest’accusa è sostenuta dal fatto che ad Ottobre 2014 scadrà la nomina di Rousseff e ci saranno nuove elezioni.

Alcuni opinionisti hanno attribuito al logo dei Mondiali un ruolo meno propagandistico e più metaforico. In particolare, il simbolo richiamerebbe il viso di un uomo che si mette la mano sulla fronte in segno di disprezzo o disperazione. Sarebbe quindi un giudizio sugli eccessivi costi sostenuti dal governo brasiliano per organizzare il Mondiale in un Paese conosciuto nel mondo anche per la tragica realtà delle favelas. Infine, alcuni sostengono che il logo non sia altro che un tributo a Chico Xavier, un medium nominato nel 2012 come miglior brasiliano di tutti i tempi dal network televisivo SBT.

In realtà il logo, presentato per la prima volta nel 2010, raffigura, con una forma che ricorda la Coppa del Mondo, l’unione di alcune mani a simboleggiare l’unione tra popoli e culture. Fusione che dovrebbe essere sempre presente nel calcio, nello sport e, ci si augura, tra politici e popolo.