Fino a qualche anno fa era facile vedere associato il nome Motorola a una situazione di crisi nel mercato della telefonia. Crisi iniziata nel marzo 2008 che ha effettivamente portato alla chiusura di diversi stabilimenti in tutta europa con conseguente perdita di posti di lavoro. Nel frattempo la società si è trasformata dividendosi in due rami, Mobility e Solutions. Sono ricorsi, da tre anni a questa parte, passaggi di mano contrassegnati da nomi importanti: Google per primo e poi, a inizio 2014, Lenovo, anche se solo per la divisione Mobility, acquistata a un prezzo vicino ai tre miliardi di dollari.
E’ strano parlare in questi termini di un gruppo che ha fatto la storia della telefonia mobile ed anzi ha contribuito fortemente alla sua ideazione e posizionamento sul mercato. Come se il destino avesse giocato uno scherzo crudele lasciando sopraffarre il creatore dalla sua stessa invenzione. Fatto sta che nel mercato dei telefoni la compagnia si è mossa con grande difficoltà, soprattutto dopo l’ingresso dei concorrenti più agguerriti, con nomi noti. Solo in tempi recentissimi assistiamo alla comparsa di qualche modello nuovo e ben promettente, forse però tardivo se finalizzato a invertire una tendenza di fondo della società come il modello Moto X. Però, non tutto è perduto.
Proprio grazie al know how e alle best practices che una partnership con Google – sia pure forzata – può portare, Motorola ha dato vita al nuovo Moto 360. Non si tratta di smartphone, questa volta. Eppure il potenziale vincente si trova tutto in quello che potrebbe rivelarsi il gadget tecnologico più sorprendente dell’anno. E’ uno smartwatch che promette di dare più di qualche fastidio al nuovo Apple Watch di recente ufficializzazione. In sincerità, va detto che le caratteristiche, non fosse altro che per la configurazione di un sistema operativo Android (da cui la denominazione di Android Wear), non differiscono poi più di tanto tra i modelli delle varie case costruttrici.