Coraggio e Determinazione: Michela Cerruti e la Formula E

La velocità scorre nelle sue vene sin dalla nascita: sci agonistico per 10 anni. Poi la svolta. Durante gli anni dell’università emerge in lei la passione per la guida. Classe 1987, Michela Cerruti – romana di nascita, milanese di adozione – è oggi molto più che una giovane promessa.
È un corso di guida sicura che segna la svolta di Michela: il suo talento, infatti, viene notato subito da Mario Ferraris che, dopo i primi risultati positivi raggiunti nel Campionato Italiano Turismo Endurance, decide di investire in Michela. Da allora, il successo non ha fine. Michela si è aggiudicata titoli e successi su successi: tra i tanti, è la prima donna nella storia ad aver vinto una gara di AutoGp World Series ad Imola e ad aver vinto una gara su una  monoposto di grande potenza; è l’unica rappresentante del gentil sesso ad aver fatto una pole position nel GT italiano e ad averne vinto una gara. La testata inglese Badger Gp l’ha definita “la terza pilota più veloce al mondo” ed è stata inserita dal sito GP HUB tra i piloti donna sulla soglia della Formula1. Noi di Smartweek abbiamo fatto quattro chiacchiere con Michela.

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Michela nel tuo articolo di debutto su Panorama scrivi “Arrivano i 14 anni e finalmente anche il mio primo motore. Sul motorino non c’è nulla e nessuno che possa fermarmi, neanche la neve. Ogni semaforo è un’occasione per bruciare tutti nella ripartenza, ogni curva mi concentro sull’angolo di piega, roba da veri tamarri milanesi”. Come mai hai deciso di correre e perché proprio la macchina e non le moto?
A dire la verità, le moto non le ho mai prese in considerazione. È vero, il motorino forse è stato il primo sentore che mi ha segnalato la tendenza verso questo sport, ma una volta che ho preso la patente e sono finalmente salita a bordo di una macchina ho deciso che quello era il mio mondo. Il motorino è stata una tappa che ha segnato l’evoluzione  naturale della mia passione per le macchine. Mi sarebbe piaciuto prendere la patente per le moto, ma non ne ho avuto il tempo.

Da pochissimo Jarno Trulli ti ha scelta per correre nella Formula E, a bordo di una monoposto elettrica. Pensi che le nuove vetture possano segnare una svolta nel mondo dell’automobilismo?
La stanno già segnando. Le macchine elettriche sono veloci e competitive tanto quanto le vetture con motori termici. Sono una svolta unica e molto importante. Naturalmente, nella vita di tutti i giorni il cambiamento sarà più lento: le automobili elettriche costano più.

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Cosa significa competere ogni giorno con avversari dell’altro sesso? C’è ostilità o cooperazione, al di là della competizione?
Sicuramente non c’è grande cooperazione. Gli sport estremi si addicono più agli uomini che alle donne. Il pericolo non attrae le femmine in genere! Certo, nessun pilota è contento se vado più forte e anzi, se qualche giornale riporta che un uomo è stato superato da me, la cosa è abbastanza frustrante. Però ce la si cava e c’è rispetto. Noi donne al volante sportivo siamo casi rari: se finisci sotto i riflettori, per gli altri è irritante.

Nel mondo dell’automobilismo, c’è una figura che ti ha ispirato o ti ispira particolarmente?
Di piloti che mi piacciono ce ne sono moltissimi, ma mio padre (Aldo Cerruti, detto “Baronio”, che nel 2009 ha coronato la sua carriera di pilota con il titolo di “campione italiano” nel campionato italiano di guida GT a bordo di una Ferrari F430) è il mio vero punto di riferimento. Nel mio percorso sono venuta a contatto con grandi piloti, da cui ho comunque tratto conoscenze e condiviso importanti esperienze.

Oltre l’automobilismo, quale credi sia la chiave del successo che permetta a chiunque di raggiungere grandi risultati?
Sicuramente grande forza e determinazione. Certo, nella mia vita ho incontrato tanti scogli e altrettante sconfitte: nell’automobilismo vince uno, gli altri venti perdono. Ma il segreto è avere un obiettivo fisso e realistico e puntarlo sempre, senza scoraggiarsi. Se lasci che questo accada, significa che quel traguardo non fa per te. Sembra banale ma è così.

Progetti per il futuro?
Restare in questo mondo e innalzare sempre più i miei obiettivi, raggiungere un posto di valore e competere in ambienti internazionali. Non sono particolarmente selettiva, ma una cosa è certa e la farò: stare tra i migliori.