Che incredibile vittoria per il femminismo. Finalmente si porrà fine alla strumentalizzazione di quelle povere ragazze, costrette coercitivamente a posare senza veli con denigranti orecchie a punta e code a batuffolo. Uno schiaffo morale all’oggettivazione della donna, la cui dignità verrà restaurata permettendole di elevarsi a persona vera anziché assimilabile a un portachiavi in smalto rosa. Ne siamo sicuri, sì? Insomma.
L’idea di eliminare il nudo femminile da Playboy viene dal direttore responsabile dei contenuti Cory Jones, dopo aver riflettuto su una serie di questioni al confine tra l’etica e la finanza. Prima fra tutte, la coerenza tra la versione cartacea e l’immagine online della rivista. Nonostante non sembri così, i social network sono molto rigidi quanto a divulgazione di materiale pornografico. Facebook alza il cartellino rosso anche davanti a scene d’allattamento, Instagram è meno severo ma sposa la stessa ideologia. Quello che Jones ha osservato è che da quando Playboy ha rimosso le immagini di nudo dai propri profili in rete ha assistito a un’impennata nelle visualizzazioni del 400%, accompagnata da un parallelo calo dell‘età media degli utenti, passata dai 47 ai 30 anni. È questo il nuovo target cui la rivista vuole rivolgersi: il giovane uomo moderno, in carriera o in procinto di entrarvi.
Il fondatore Hugh Hefner si starà rivoltando nella tomba. E invece no, perché è ancora vivo. E ha caldamente accolto la proposta di Jones. Il magnate ottantanovenne dalla vestaglia di seta, noto per condividere la propria umile Mansion West di Los Angeles con decine di conigliette, non ha però motivato il tutto con la preservazione della loro dignità. Anche perché non ne hanno bisogno.