Seeds & Chips 2019: sulle tracce del futuro del cibo

Tra le numerose opportunità che Seeds & Chips 2019 ha offerto per saperne di più sull’innovazione nel settore agroalimentare, la conferenza sulla tracciabilità del cibo è stata particolarmente arricchente, offrendo la possibilità di conoscere diverse iniziative che mirano a rendere più trasparente il viaggio del cibo dal produttore al consumatore.

La tracciabilità del cibo è infatti un tema che ha al giorno d’oggi uno spazio sempre più importante per il consumatore finale, influenzando conseguentemente tutti gli attori che partecipano alla filiera del cibo. Quest’ultima è costituita da numerose fasi, le quali comprendono coltivazione, raccolta, trasposto, confezionamento, consegna e acquisto di milioni di cose diverse che gli esseri umani mangiano ogni giorno.

Su questo sistema grava però il pericolo della contaminazione tra i diversi passaggi, la quale può passare inosservata senza un’adeguata informazione, con conseguenze negative per la salute dei consumatori. Inoltre, una coordinazione inefficiente tra i diversi operatori può portare a ingenti sprechi di cibo.

Sono questi i problemi che i progetti discussi si impegnano a sopprimere.

La conferenza inizia con Francesca Bianchi, una Teenovator, che ci ricorda come spesso non sappiamo cosa mangiamo, ma dobbiamo impegnarci a informarci. Infatti, essere consapevoli è un atto di cura per se stessi e per l’ambiente.

Il primo ospite è Sven Edgren, capo della trasformazione digitale della DNV GL, un’azienda che si occupa di rilasciare certificati ai partecipanti della filiera, controllando la qualità dei prodotti e il rispetto dell’ambiente. Lo scopo è quello di usare la blockchain per creare più fiducia nella catena di fornitura di cibo e quest’obiettivo e raggiunto da DNV GL con la creazione di una piattaforma contenente dati resi affidabili dal rilascio delle certificazioni.

Nelle ultime 2 settimane l’azienda ha già concesso migliaia di attestazioni. Un esempio è il settore del vino, nel quale l’azienda ha sviluppato diverse collaborazioni con operatori italiani. Il consumatore finale può accedere a tutti i dati verificati dalla DNV GL tramite un’applicazione per smartphone e conoscere in questo modo la storia del prodotto che sta comprando semplicemente scannerizzandone il codice a barre.

Mario Zambrini, responsabile dell’organizzazione e dei processi di Coop Italia, racconta invece le numerose collaborazioni intraprese da Coop per ottenere il totale controllo della catena di fornitura dei prodotti che offre da private label, oltre che trasparenza e tracciabilità.

Un’iniziativa recente, chiamata “Great Eggspectations” usa la catena di fornitura delle uova BIO per l’applicazione di una tecnologia che permette di conoscere il percorso intrapreso dal prodotto (in questo caso, le uova) semplicemente scannerizzando il QR code e inserendo il codice del lotto. Gli effetti di questa strategia sulla fiducia del consumatore saranno monitorati nei prossimi mesi.

Il terzo ospite è Phil Harris, presidente e co-fondatore di Ripe.io, azienda che si propone di applicare la blockchain al settore agroalimentare con la digitalizzazione degli elementi delle varie fasi della filiera agroalimentare. Anche qui si propone l’uso di un QR code per permettere al consumatore di visualizzare i dati.

Harris enfatizza anche l’importanza di conoscere il livello di sostenibilità della catena di fornitura. Infatti, tra le diverse fasi, circa il 30% del cibo si perde. Per neutralizzare l’astrattezza di questo numero, l’imprenditore ci fa un esempio concreto. Immaginiamo che Toyota produca 10 macchine e 3 di queste non raggiungano il consumatore: l’azienda lo tollererebbe? Conosciamo la risposta.

Cosimo Laneve, professore presso l’Università di Bologna, espone il progetto realizzato con la partecipazione dell’Università di Bologna, KPMG e CirFood (food catering), il quale mira alla securizzazione di tutta la catena di fornitura, andando al di là della semplice tracciabilità del cibo.

Questo obiettivo è raggiunto con la geolocalizzazione di tutti i partecipanti, attraverso l’uso di sensori per registrare ogni operazione compiuta durante i vari passaggi della filiera.

In questo modo, si riesce meglio a prevenire la contaminazione. Infatti, ad esempio, in alcune fasi la catena standard e quella per prodotti senza glutine possono condividere alcuni strumenti senza che il consumatore lo sappia. La tecnica della tracciabilità verticale ovvia questo pericolo, impegnandosi non solo a registrare chi ha partecipato, ma tutte le operazioni che hanno avuto luogo.

Léonard Matoug, co-fondatore di Panjee, e Christoph Weigl, fondatore di SeeHow, si impegnano entrambi a raggiungere maggiore trasparenza nella filiera, il primo attraverso un passaporto digitale del prodotto e il secondo tramite un’applicazione smartphone dove gli attori della filiera condividono momenti della loro giornata lavorativa.

L’ultimo speaker è Joey Tilley, co-fondatore di IN-Code Technologies, il cui scopo principale è di combattere la contraffazione di cibo, che rappresenta un’industria da 600 milioni di dollari. In Italia, il settore dell’olio d’oliva è quello maggiormente colpito dalla contraffazione. IN-Code Technologies raggiunge il suo obiettivo in un modo altamente innovativo: l’azienda ha sviluppato una tecnologia invisibile e commestibile da aggiungere ai prodotti per provare la loro autenticità. Ad esempio, si può utilizzare per l’olio di palma che arriva ai consumatori, il quale spesso è formato per il 70% da olio di palma sostenibile e per il 30% da olio non sostenibile.

Il metodo sta riscontrando enorme successo, come provano le partnership che l’azienda ha realizzato anche con operatori estranei al settore agroalimentare e la selezione da parte dell’ONU, che l’ha posizionata tra le 16 start up manifestamente impegnate nel raggiungimento degli obiettivi di sviluppo sostenibile.

Tutte queste testimonianze hanno provato come, nonostante sia ancora un traguardo lontano, la completa trasparenza e sostenibilità della catena agroalimentare può essere realizzata, con impegno, collaborazione e un pizzico di creatività e innovazione.