Fino a pochi anni fa era facile pensare al food e alla ristorazione come dei settori molto tradizionali. Con l’avvento di Expo tutti hanno potuto constatare l’enorme fermento che circonda questi temi, portando allo sviluppo di realtà come le piattaforme di food delivery, l’eCommerce in tutte le sue declinazioni, il tracciamento digitale di intere filiere alimentari, la smart agriculture e la produzione di alimenti con l’ausilio di stampanti 3D.
Secondo recenti misurazioni, il volume d’affari del food-tech supera i 140 miliardi di euro, con trend positivo.
Il futuro potrebbe premiare una direzione con modelli innovativi legati a soluzioni iper-locali, che diano visibilità a tutte le specialità, anche estremamente ristrette per produzione e territorio di riferimento, dei prodotti enogastronomici italiani. O anche il perfezionamento delle restaurant app, capaci di integrare diverse modalità di consegna del cibo con le abitudini alimentari degli utenti, in particolare quelli interessati a un’alimentazione più sana.
Analizzando le tendenze degli ultimi anni è emerso un quadro interessante: mentre in passato la tecnologia applicata al food era volta a trovare e mettere in atto nuove modalità di lavorazione, conservazione, confezionamento o immagazzinamento di prodotti alimentari per aumentare la shelf-life del prodotto ed evitare le alterazioni dello stesso, oggi viene dato un peso maggiore alla sicurezza alimentare.
In sostanza, l’attuale obiettivo comune a molti giovani imprenditori del settore agroalimentare è quello sì di creare qualcosa di innovativo, senza però tralasciare l’aspetto sicurezza.
Possiamo affermare che l’Italia vanta, in ambito food, un crescente numero di nuove imprese e che negli ultimi anni è aumentata parecchio l’attenzione verso il settore agroalimentare, tanto da spingere i nuovi imprenditori a cimentarsi nella creazione di imprese innovative in questo settore.
Nel nostro Paese la digitalizzazione del mondo del cibo è stata complicata. Sconta un peccato originale nel ritardo con cui gli operatori del settore si sono mossi inglobando la tecnologia. Lo stanno facendo ora, recuperando il tempo perso, certi che quello che si va configurando sia un mercato dalle grandi potenzialità, al centro degli interessi di molti player.
Qualcosa infatti recentemente si è mosso e ha catalizzato l’attenzione anche degli investitori. Gli ultimi anni sono stati caratterizzati dalla nascita di incubatori per startup foodtech Un esempio è Foodforward che supporta progetti innovativi e startup nel settore del food e retail e coinvolge players come Amadori, Cereal Docks e Gruppo Finiper, in collaborazione con Deloitte e con il supporto di Innogest, Digital Magics, Federalimentare Giovani e Seeds&Chips.
Proprio Seeds&Chips è sempre un’occasione per discutere della tecnologia al centro della tavola.
Seeds&Chips-The Global Food Innovation Summit, fondato dall’imprenditore Marco Gualtieri, è uno degli eventi di riferimento a livello mondiale nel campo della food innovation. Una vetrina d’eccezione interamente dedicata alla promozione di soluzioni e talenti, tecnologicamente all’avanguardia, provenienti da tutto il mondo. Un’area espositiva e un palinsesto di conferenze per presentare, raccontare e discutere sui temi, sui modelli e sulle innovazioni che stanno cambiando il modo in cui il cibo è prodotto, trasformato, distribuito, consumato e raccontato.
Recentemente si è conclusa l’edizione 2018 della Call For Ideas, realizzata in collaborazione con Coop e IBM, dal titolo Great Eggspectations! e dedicata alle applicazioni della blockchain nella filiera alimentare, nello specifico per la filiera delle uova. L’iniziativa ha permesso di mettere in evidenza le soluzioni blockchain più innovative volte a ridisegnare la filiera delle uova, decretando il miglior progetto in grado di garantire trasparenza, autenticità, accessibilità ai dati non solo per la filiera delle uova, ma per tutta la catena alimentare.
Ad aggiudicarsi la vittoria è stata Connecting Food, startup italo-francese che propone una suite completa di soluzioni digitali basate sulla tecnologia blockchain, che permettono il live tracking di un prodotto attraverso la filiera di produzione, di fare un audit in tempo reale sul rispetto delle caratteristiche differenzianti del prodotto e di comunicarne i risultati al consumatore finale. La startup vincitrice potrà ora sviluppare il suo progetto nell’ambito della filiera Coop con il supporto dei servizi Cloud IBM e con un credito di utilizzo gratuito pari fino a 120 mila euro.
Il nuovo paradigma tecnologico coagula intorno a sé un crescente consenso, inducendo competenze differenti a sperimentarne con successo la validità. Ma la voglia di mettere a frutto la propria intelligenza non potrebbe trasformarsi in idee concrete senza la disponibilità di piattaforme affidabili, di facile accesso e aperte allo sviluppo di applicazioni avanzate. l’Italia ha l’opportunità di cavalcare uno dei maggiori cicli dell’innovazione che caratterizzerà i prossimi decenni. Possiamo cogliere questa opportunità solo a patto di riconoscere che si tratta di una partita globale e soprattutto rendendosi conto che occorre incrementare le risorse molto rapidamente per poter competere.
Mattia Agrimano