“Testa” in che senso?
No, non è una forma iperbolica per “trapianto di cervello”. Si parla proprio della testa. Una testa vivente che verrebbe mozzata e collocata su un altro corpo. Non si tratta delle smanie creazioniste di uno scienziato sotto acidi che ha preso Mary Shelley troppo sul personale, bensì di un’idea nata nel 2013 dall’italianissimo Dr. Sergio Canavero, neurochirurgo alle Molinette di Torino. Che pensa di farcela nel 2017.
Sì, ma come?
Canavero descrive il procedimento con la scioltezza di un tutorial youtube. Innanzitutto, il corpo del donatore (testa compresa) viene portato a una temperatura di 12-15°C, per garantire la sopravvivenza delle cellule in assenza di ossigeno. Dopodiché si taglia. Tessuti del collo, vasi sanguigni, spina dorsale. La testa è quindi pronta per essere spostata. Le cellule spinali vengono fuse a quelle del nuovo corpo con l’aiuto di una sostanza chimica, il glicole polietilenico, o di cellule autologhe olfattive, già sperimentate per la cura di pazienti paraplegici. Sistemati vasi e muscolatura, il paziente è indotto in coma per un mese, in modo da limitarne i movimenti mentre i nuovi collegamenti vengono rafforzati con l’elettrostimolazione. Una volta terminato il coma, spiega Canavero, il paziente sarà perfettamente in grado di muoversi, parlare (con la propria voce) e nel giro di un anno anche di camminare.