United of Manchester: il Business del Calcio Rovesciato

Il binomio Manchester-calcio è indissolubile. Oltre alla blasonata storia del Manchester United, negli ultimi anni anche i cugini del City sono saliti alla ribalta, grazie soprattutto ai Petrol-dollari della famiglia dello sceicco Mansour, che ne ha rilevato la proprietà nel 2010. La rivalità di questo derby però si limita al campo, perché quello che unisce queste due squadre è l’idea di business legato calcio: quello degli ingaggi folli, degli introiti, e spesso dei debiti, di livello galattico.

Ma a Manchester c’è anche una piccola società, fondata da ex tifosi del Manchester United, che si è ribellata a questo schema, abbracciando un’idea più romantica del football e una gestione economica più sostenibile e strettamente legata alla comunità a cui appartiene. È una squadra controcorrente. Talmente controcorrente che anche il nome è stato ribaltato. È la storia del Fc United of Manchester.

La scalata di Glazer al Manchester United

Facciamo un passo indietro. Nel 2003 il Manchester United completava una buona stagione condita dalla vittoria in FA Cup e dall’acquisto delle allora giovani promesse Cristiano Ronaldo e Wayne Rooney. Dal punto di vista societario i conti erano in ordine e i bilanci positivi. Il marzo dello stesso anno venne caratterizzato per l’avvio di una rapida ma decisa scalata al controllo della società da parte dell’imprenditore americano Malcom Glazer (vedi in foto).

Glazer

Glazer arrivò in breve tempo a possedere il controllo della società acquisendo fino al 75,7% delle azioni, percentuale che consentiva alla proprietà di de-listare il club dalla Borsa di Londra, il London Stock Exchange, ritirando tutti le azioni in vendita, cosa che avvenne il mese successivo dopo 14 anni di quotazione del club. La famiglia Glazer, spingendo tutti i piccoli azionisti a vendere le loro quote, arrivò a possedere il 98% della società. La valutazione finale dell’acquisizione del club fu di 790 milioni di sterline, più o meno 1,5 miliardi di dollari. Naturalmente Glazer non disponeva di questa cifra al momento della scalata e si fece prestare 660 milioni di sterline da ben tre Hedge Found newyorkesi:  Citadel, Och-Ziff Capital Management e Perry Capital.

L’imprenditore americano non si accollò tutto il ri-finanziamento del debito, ma lo divise tra il club e il suo gruppo. Una cifra tra i 265 e i 275 milioni di sterline di debito vennero assicurate con le proprietà e le attività del Club, portando i conti del Manchester United in rosso per la prima volta dal 1931. Inoltre, sul già oneroso debito, gravavano degli ingenti tassi d’interesse che arrivarono a toccare quota 62 milioni di sterline l’anno.

Questa operazione scatenò l’ira di molti tifosi. In particolare, il Manchester United Supporter Trust, fondo di piccoli azionisti gestito dai tifosi dei Red Devils, commentò: “Il pagamento di interessi è una cosa ma per quanto riguarda l’attuale debito di 660 milioni? È difficile vedere come queste somme possano essere raggiunte senza aumenti significativi dei prezzi dei biglietti, che, come abbiamo sempre sospettato, significa che i tifosi dovranno effettivamente pagare qualcuno per prendere in prestito denaro per possedere il loro club.”