Waterstones, la Catena di Librerie che Apre Nuove Sedi Senza Logo

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È sempre più difficile essere un libraio, soprattutto nel contesto attuale: l’ascesa indiscussa dell’e-commerce con Amazon da un lato, e dall’altra la progressiva riduzione della metratura media delle librerie. Nonostante gli attori indipendenti resistano alle pressioni un mercato sempre più aggressivo, i lettori sono più attratti dai piccoli negozi più che dai megastore.

Librerie di catena contro librerie indipendenti: un’eterna lotta alla sopravvivenza. Ma se queste due forme di business si fondessero in un esperimento di mercato?

È ciò che ha pensato la più grande catena di librerie inglese, Waterstones. La sua fondazione risale al 1982, quando Tim Waterstone dà vita al futuro impero librario del Regno Unito. Passa il testimone al retailer britannico WHSmith nel 1993. Infine, Alexander Mamut, investitore e filantropo russo, la rileva nel 2011 per evitarne la chiusura.

Waterstones deve la sua resistenza all’abile ingegno di James Daunt, imprenditore e fondatore della catena di librerie indipendenti Daunt Books. Infatti con l’ultima acquisizione da parte di Mamut, Daunt è stato nominato direttore della catena: ha convertito, così, ogni punto vendita in una libreria “semi indipendente”.

Fonte: Evening Standard
Fonte: Evening Standard

A quei tempi i profitti di Waterstones erano frutto della scomparsa dei concorrenti, surclassati dal digitale e da Amazon. Come afferma lo stesso Daunt:

Con l’iniziativa imprenditoriale, la catena ha guadagnato nel 2016 18,9 milioni di euro, pari a circa 22 milioni di euro, a fronte di una perdita di 1,9 milioni di sterline, 2 milioni di euro, del 2014.

La sua opera eccelsa ha destato molto scalpore, al punto da essere definito dal Guardian, celebre testata giornalistica, uno dei 100 personaggi più influenti dell’editoria britannica. Il suo massiccio investimento si è concentrato sul sistema di acquisto dei libri, troppo influenzato dalle pressioni dei gusti personali degli editori.

Come spiega lo stesso Daunt:

Il processo, così, si è snellito e semplificato, ma soprattutto è controllabile: grazie a questo, i librai possono concentrare tutte le energie nella vendita e nel contatto con il lettore. Daunt ha capito, infatti, che il coinvolgimento diretto dei librai avrebbe permesso loro di riacquistare la fiducia nella professione.

Più di recente, però, Daunt ha deciso di ingranare una nuova marcia. Waterstones ha aperto tre nuove sedi prive di marchio, contraddistinte esclusivamente attraverso il nome del quartiere in cui si trovano.

Questo fa di loro delle librerie indipendenti in incognito o, come suggeriscono i lettori, un vero e proprio inganno. Stando alle dichiarazioni dell’ideatore, è un’iniziativa mirata ai librai affiliati alla catena:

Perciò la decisione di Daunt si configura come un concreto tentativo da parte delle librerie di catena di rivitalizzare e riposizionare il ruolo del libraio in un contesto mutato.

Che reazione avrà il mercato editoriale britannico è imprevedibile, ma è ammirevole come Daunt abbia investito in qualcosa che va al di là dei bilanci consuntivi: il mestiere del libraio ha ancora tanto da dimostrare: ha solo bisogno di qualcuno che creda in esso.