Xinjiang: Etnie e Sviluppo Economico sulla Nuova Via della Seta

Articolo apparso su Spazio Economia.

Le strategie di Pechino fino al nuovo piano “One Belt, One Road” e l’impatto sulle minoranze etniche

In Occidente il grande pubblico è abituato a sentir parlare di boom economico cinese, delle immense megalopoli costiere illuminate, di Pechino, Shanghai e problema demografico. Non tutti sanno cosa accade nella parte più vasta e meno popolata della Cina, la grande regione occidentale, dove le macchie di luce viste dal cielo si fanno meno fitte.

Nel 1999, per rimediare alle contraddizioni territoriali di uno sviluppo trainato dalle regioni orientali, il governo ha annunciato l’ambizioso piano del “Grande balzo ad Ovest”. L’obiettivo: immettere capitali e infrastrutture nell’area che comprende Sichuan, Gansu, Guizhou, Yunnan, Qinghai e Shaanxi, la municipalità di Chongqing e le regioni autonome di Tibet, Ningxia e Xinjiang. Si tratta di metà del territorio nazionale, raggiunta appena dal 5% degli investimenti esteri degli anni ‘80 e ‘90; il 50% degli 80 milioni di individui sotto la soglia di povertà si concentrava qui. Da allora, oggi più che mai, il partito guarda ad Ovest.

Lo Xinjiang (in cinese “Nuovi territori”) ospita 1/6 del territorio cinese, ma poco più dell’1% della popolazione. Controllare un’area di confine distante 4000 chilometri da Pechino e occupata al centro dal deserto del Taklamakan non è mai stato semplice. È una delle zone di interazione culturale più complesse del pianeta, popolata da diverse minoranze etniche. Gli uighur, turchi e musulmani, sono i più numerosi (circa 46%) e non sono mai stati integrati con successo allo stato-nazione cinese. Gli episodi di tensione hanno ripreso vigore negli ultimi anni unitamente ad un rinnovato nazionalismo etnico. Se la Cina insiste su una minaccia terroristica – di fatto assolutamente ridotta, anche se sarebbero presenti sacche di separatismo connesse con l’Islam radicale – alla base del dissenso vi sono le politiche economiche, sociali e culturali del governo.