Mentre sia Facebook che Instagram sono di facile spiegazione, Twitter è difficile da illustrare a chi, almeno una volta, non si sia fatto un giro nella timeline minimale che lo contraddistingue; è scarno e forse superfluo, secondo molti, leggere i brevi pensieri – quasi aforismi moderni – di perfetti sconosciuti o di vip smaniosi di esprimere se stessi in modo rapido e pungente. Ed è esattamente questo che ha sempre fatto di Twitter un Social Network originale, non alla portata di tutti; Facebook può paragonarsi alla televisione: immediata, di facile fruizione, molto più divertente e interattiva per molti aspetti. Twitter, invece, è un libro: non a tutti piace leggere, non tutti capiscono ciò che leggono, non tutti hanno voglia di fermarsi a pensare. Perché davvero l’uccellino azzurro che cinguetta dal 2006 ha rivoluzionato in soli dieci anni il termine Social: la sfida più grande è cercare di comunicare qualcosa di sensato, ma soprattutto che faccia presa, utilizzando solo 140 caratteri. Spazi inclusi. Sicuramente non è alla portata di tutti e sì, sicuramente è pieno di “neologismi” per cercare di condensare il concetto in due righe striminzite, ma è indubbio che i migliori pensatori – forse – si nascondono su Twitter, sotto l’anonimato di una minimale timeline.