“Anche un viaggio di mille miglia comincia con un primo passo”, sosteneva Laozi, filosofo cinese del 400 a.C. nonchè padre fondatore del Taoismo. Il tempo sembra non aver scalfito i suoi insegnamenti, ed è così che proprio dall’Estremo Oriente sembra che un primo (grande) passo sia stato compiuto. Protagonista di questa breve storia è il Bhutan. Grande quanto circa 1/10 dell’Italia, questo piccolo paese che si estende lungo la catena dell’Hymalaia, a nord-est dell’India e a Sud del Tibet, ha deciso di cambiare le regole del gioco, semplicemente creandosi le proprie. Qual è il gioco? Misurare il benessere del suo popolo. Quali le nuove regole? Adottare il FIL anziché il PIL. Vediamo nel dettaglio di cosa si tratta.
Gli acronimi PIL e FIL (in inglese GDP e GNH) stanno ad indicare rispettivamente il Prodotto Interno Lordo (Gross Domestic Product) e la Felicità Interna Lorda (Gross National Happiness). Secondo la Borsa Italiana, il primo indica il valore complessivo dei beni e servizi finali prodotti all’interno di un paese in un certo intervallo di tempo (generalmente l’anno), mentre il secondo, per il quale manca una definizione univoca, rappresenta il tentativo di far dipendere il benessere di una nazione da fattori che prescindono da quelli prettamente economici, come i rapporti sociali, la qualità del lavoro, il tempo libero, la salute. Insomma, da ciò che rende la vita qualcosa per cui vale la pena di vivere. Qualità (e quantità) della produzione versus qualità della vita. E voi a cosa sareste più interessati?
Coniato nel 1970 dall’allora re dall’impronunciabile nome Jigme Singye Wangchuck, il GNH poggiava inizialmente su quattro concetti chiave: buon governo, sostenibilità dello sviluppo socio-economico, conservazione della cultura e dell’ambiente. Nel corso degli anni, il Regno del Bhutan ha preso sempre più seriamente la questione, al punto di istituire un apposito organo, la Gross National Happiness Commission, con l’obiettivo di monitorare costantemente i risultati ottenuti. Sono infatti questi ultimi a guidare le scelte politiche e sociali all’interno del paese. Nel 2010, con il supporto del Centre for Bhutan Studies & GNH Research, quello che fino ad allora era rimasto un semplice concetto si è trasformato in un vero e proprio indice statistico. Non più quattro, bensì 9 i domini considerati e suddivisi a loro volta in 33 indicatori da ponderare secondo il metodo Alkire-Foster, lo stesso utilizzato dall’Università di Oxford per calcolare il cosidetto Multidimensional Poverty Index (MPI) e utilizzato dalle Nazioni Unite.
I pesi attribuiti a ciascun dominio sono uguali ed il calcolo si divide in cinque step. Il primo consiste nel verificare che ciascun individuo abbia superato un determinato cutoff oltre il quale si viene considerati felici. Questo avviene sottoponendo a ciascuno un questionario di 43 pagine che potete trovare sul sito dedicato. Se si supera questo limite in almeno 6 domini su 9, allora si è considerati sufficientemente felici e si accede alla fase successiva. Il GNH viene così calcolato: 1 – H*A, dove H rappresenta la percentuale di persone che ancora non ha raggiunto la sufficienza in almeno 6 dei 9 domini, mentre A definisce la percentuale dei domini in cui non si è raggiunta la sufficienza, vale a dire i domini meno sviluppati e su cui c’è ancora da lavorare. Al diminuire del prodotto H*A, il GNH aumenta. Dopo aver ottenuto un unico numero, compreso tra 0 e 1, si confrontano i risultati di ciascun distretto (il Bhutan è diviso in 20 dzongkhag) e tramite utilizzo della variazione standard (indice di dispersione statistico che indica appunto la dispersione dei dati attorno ad un parametro, solitamente la media aritmetica) si verifica se le differenze siano o meno significative. Segue così il confronto dei diversi GNH nel tempo per determinarne il trend ed infine si analizza la composizione dell’indice su base temporale. Dopodichè, il verdetto finale: quanto si è felici nel Bhutan?
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Nel 2010, sono stati intervistati 7142 individui e il livello di benessere ottenuto è stato pari allo 0.743. In media, è apparso che gli uomini sono più felici delle donne, nelle zone urbane il 50% della popolazione è felice a dispetto del 37% osservato nelle aree rurali, le persone giovani e non sposate sono tra le più felici ed il benessere è maggiore tra le persone che hanno ricevuto un’educazione primaria.
Siete curiosi di sapere quale sia il vostro GNH? Il questionario è a portata di mano.