Il welfare aziendale nelle piccole e medie imprese è in forte crescita secondo i dati pubblicati nel Rapporto 2017 Welfare Index Pmi in Italia. Il progetto, promosso dal Gruppo Generali, è realizzato con la partecipazione di Confindustria, Confagricoltura, Confartigianato e Confprofessioni e il patrocinio della presidenza del Consiglio. L’edizione dell’indice di quest’anno è stata presentata alla Luiss Guido Carli a Roma pochi giorni fa ed è intervenuto anche il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti:
Per realizzare l’indice 2017 il gruppo di analisti ha intervistato circa 3422 aziende italiane con un numero di dipendenti compreso tra i 6 e i 250, indagando riguardo a quanti e a quali iniziative di welfare avessero avviato. Queste poi sono state classificate in dodici aree e alcune di queste hanno registrato una forte crescita rispetto all’anno scorso.
In particolare le aziende si orientano sulla sanità integrativa, il 47% a fronte del 39% del 2016, e sulla previdenza integrativa e il sistema pensionistico con il 40%. Mentre invece il 31% ha attive pratiche per la conciliazione vita-lavoro, a differenza del 22% dell’anno scorso. Sono in aumento anche le iniziative per il supporto alla maternità, più del 9% nel 2017, avviandole soprattutto per quanto riguarda la flessibilità degli orari e dell’organizzazione del lavoro.
Protagoniste di questa crescita del welfare sono state ovviamente quelle aziende definite “molto attive” dal rapporto di Welfare Index Pmi. Il criterio per essere definite tali è l’aver avviato iniziative in almeno 6 delle 12 aree di intervento a favore dei propri dipendenti. Le aziende “molto attive” sono aumentate di quasi il doppio rispetto al 2016, passando da 9,8% al 18,3% del totale. Mentre invece il 58% delle aziende sta muovendo i primi passi nel mondo del welfare aziendale avviando iniziative in almeno 2 delle aree. Nel rapporto si legge infatti, che:
Lo scopo principale del welfare aziendale delle Pmi è di migliorare la soddisfazione dei lavoratori e il clima aziendale, obiettivo che più del 71% delle imprese dichiara di aver raggiunto.
Al primo posto si classifica “Fungar” di Rimini, leader nella produzione di funghi. Ha 70 dipendenti di cui l’80% sono donne cinesi e tutte le attività che ha intrapreso sono sostanzialmente rivolte a loro. Al secondo posto troviamo “Agrimad” di Cosenza, impegnata nella valorizzazione della razza autoctona di Suino Nero di Calabria. Questa azienda è riuscita a creare occupazione in una zona con elevato tasso migratorio. Sul podio troviamo infine, “Conte Vistarino”, società storica vinicola nella zona del Pavese che concede gratuitamente ai dipendenti case e pulmino per portare i propri figli a scuola.