Milioni di bambini di tutto il mondo questa mattina si sono svegliati con un solo pensiero nella testa: correre verso il camino (o albero di Natale, dipende dalle abitudini) per controllare la calza riempita nella notte dalla Befana. Un uso (e perché no, anche un costume) che si tramanda ormai da generazioni e che tiene i bambini col fiato sospeso fino al 6 gennaio.
Una tradizione, quella dell’Epifania, che in Italia trova un grandissimo riscontro: ogni anno, infatti, centinaia di migliaia di euro vengono spesi per riempire le calze lasciate la notte del 5 dai più piccoli. Eppure, strano a dirsi, la tradizionale festività folkloristica natalizia non riscuote lo stesso successo in tutti i Paesi.
Sono infatti molto poche le nazioni che il 6 di gennaio celebrano l’adorazione dei Magi. Tra queste, ce ne sono alcune europee che hanno delle usante molto particolari. Vediamole nel dettaglio.
Francia: Nel giorno dell’Epifania si è soliti fare un dolce tipico, all’interno del quale viene nascosta una fava. Chi la troverà diventerà, per quel giorno, re o regina della festa.
Islanda: In Islanda ad essere diverso non è solo l’uso, ma anche il nome di questo tradizionale appuntamento. La festa, infatti, viene chiamata “Il Tredicesimo”, in quanto celebrata il tredicesimo giorno dopo Natale. Il 6 gennaio per la popolazione islandese è l’ultimo momento del periodo natalizio, durante il quale si dice addio al Natale. La tradizione prevede una fiaccolata alla quale partecipano anche il re e la regina degli elfi. A metà tragitto arriva anche l’ultimo dei Babbo Natale, il tredicesimo (la tradizione prevede infatti che il primo Babbo Natale arrivi l’11 dicembre e così uno ogni giorno; dal 25 in poi, invece, i Babbo Natale andranno via progressivamente uno dopo l’altro). Al termine della fiaccolata si festeggia tutti insieme con un falò e i fuochi d’artificio.