Non è la prima volta che il videogame Call of Duty fa parlare di sé per via della rappresentazione “storpiata” di alcuni personaggi del game che sono realmente esistiti. Era successa già la stessa cosa nel 2010, quando gli editori del videogame furono accusati di aver oltraggiato l’immagine del leader cubano Fidel Castro, deformando completamente la sua immagine. Nel 2014 poi fu la volta dell’acccusa di diffamazione dell’ex dittatore di Panama, Manuel Noriega.
E adesso?
Call of Duty è finito di nuovo sul banco degli imputati per come ha rappresentato nel videogioco l’ultimo leader dell’Angola Jonas Savimbi. E’ la famiglia a fare causa agli editori di ‘Call of Duty’, chiedendo ben 1 milione di dollari per i danni d’immagine subiti.
Il punto di contesa riguarda, per la precisione, la rappresentazione di Savimbi in un gioco del 2012 : Black Ops 2. Savimbi compare in una scena di battaglia con i suoi UNITA rebels mentre conduce una battaglia contro i soldati del governo. Il personaggio grida:
se vogliono la guerra, avranno la guerra! Il nostro viaggio verso la vittoria è cominciato
Poi ridendo dice ad un suo uomo “hai ucciso molti uomini, oggi, tutti noi lo abbiamo fatto”. E’ chiaro, quindi, che il videogame dipinga il leader come un personaggio sanguinario e spietato. Non per niente l’avvocato della famiglia di Savimbi ha dichiarato che Black Ops 2 mal rappresenta il ruolo di Savimbi che è in realtà un leader politico e non un omicida. La difesa, al contrario, sostiene che Savimbi, nel gioco, è piuttosto rappresentato come un eroe che salva i personaggi principali.
Questo è quanto. Sicuramente la posizione più scomoda resta quella degli editori del videogioco, perchè, a prescindere dalle intenzioni, i videogiochi con un certo carico di violenza molto facilmente possono dare un’immagine storpiata di persone e personaggi. Ma poi, in fin dei conti, cosa sarà per Call of Duty 1 milione rispetto ai 2 miliardi incassati nel 2003?