L’incontro tra i fiumi Iguazù e Paranà crea un gioco geometrico perpendicolarmente perfetto, prende il nome di Triple Frontera. In questo luogo Argentina, Brasile e Paraguay arrivano a sfiorarsi, dando vita a una regione dove la vendita di droga e armi finanzia il terrorismo islamico, dove la lingua maggiormente parlata è l’arabo e il canto del muezzin si eleva forte cinque volte al giorno richiamando i musulmani alla preghiera.
Qui le radici del gruppo terrorista libanese Hezbollah sono forti e radicate, le loro attività illegali imperversano senza sosta mentre le autorità regionali chiudono gli occhi, cercando di scaricare la responsabilità a quelle confinanti. Molte delle moschee presenti vengono utilizzate dal gruppo estremista per lo spaccio di droga, l’organizzazione è ben strutturata, ogni ramo dipende da un leader del gruppo in contatto con la cellula principale del partito.
Fonti francesi riportano finanziamenti per 10 milioni di dollari annui provenienti dal Libano, destinati al commercio illegale di droga e armi creatosi a Triple Frontera. Personaggio chiave dell’Hezbollah trapiantato in Sudamerica è Hassan Barakat, vera e proprio mente operativa del gruppo terroristico in America Latina, già conosciuto in passato per riciclaggio di denaro in Libano, mascherato da fondi di beneficienza.
Il pericolo di un’espansione dell’estremismo islamico anche in Colombia, Cile e Messico, con conseguente aumento del proprio giro d’affari, è diventato reale negli ultimi anni, destando preoccupazione e allarmismo nelle autorità internazionali. Questa mossa è stata permessa dalla complicità di Hugo Chavez, presidente venezuelano fino alla sua morte nel 2013, e il suo patto di alleanza con l’Iran, patto reso ancora più solido dal suo successore Nicolas Maduro. Tutti i movimenti illeciti di denaro sarebbero dirottati in un posto preciso e strategico: Isola Margarita, si tratta di un’isola venezuelana nel Mar dei Caraibi, paradiso fiscale e base perfetta per riciclare i dollari sporchi provenienti dalle attività illegali.
I contatti tra Hezbollah e i cartelli della droga messicani si sono intensificati negli ultimi anni, mettendo le basi per una potenziale collaborazione non solo economica. Gli interessi del gruppo terroristico non si limitano allo spaccio della droga e alla vendita di armi, l’obiettivo principale della collaborazione con le bande messicane è quello di far entrare illegalmente fondamentalisti islamici sul suolo USA.
Autorità internazionali affermano che tramite questo commercio in America Latina Hezbollah riesca a ricavare dai 60 ai 100 milioni di dollari annui. L’intenzione del gruppo sciita è quella di ramificare ed espandere il più possibile le proprie attività sul suolo americano, incrementando ancora di più il proprio profitto, destinato a raddoppiare nel giro di pochi anni se non fermato al più presto.