Il 21 novembre Enel ha presentato a Londra, agli analisti finanziari, il piano strategico che verrà adottato a partire dal 2018 e avrà una durata di tre anni.
Per prima cosa occorre dire che per quanto riguarda la politica generale dell’azienda non ci saranno investimenti di rischio, anzi, salirà all’80% la percentuale d’investimento relativa ai mercati già solidi e maturi (era del 60% lo scorso anno). Ciò significa e si traduce con l’aumento del 40% degli investimenti in Nord e Centro America in relazione all’andamento positivo riscontrato dalle rinnovabili, del 23% in Italia, del 35% nella Penisola Iberica e con il ridimensionamento dello sforzo economico in Sud America (-26%).
Inoltre il gruppo non scenderà in campo per competere riguardo alle grandi acquisizioni, ma si concentrerà unicamente su opportunità di dimensione più moderata sia nell’ambito delle utilities sia in quello delle e-solutions. L’obiettivo è infatti quello di raggiungere, nel 2020, 3,3 miliardi di euro di Ebitda (Earnings Before Interest, Taxes, Depreciation and Amortization), di cui infatti si stima che 2,9 miliardi derivino dalla vendita al dettaglio di gas ed elettricità (con un incremento del del 30% sui volumi venduti), mentre 400 milioni dalle e-solutions.