Il Ritorno degli Impianti Petroliferi Negli USA

Che il petrolio sia indispensabile per gran parte del settore industriale globale è ormai un dato di fatto. Nonostante la scienza stia facendo passi da gigante nel settore dei carburanti ecosostenibili, l’oro nero è ancora il più utilizzato. Infatti, dalle ultime indagini di mercato, è emerso che gli impianti petroliferi stiano ripopolando gran parte del territorio statunitense.

grafico

Come mostra il grafico, il numero delle strutture è aumentato drasticamente rispetto all’anno precedente con una media circa di 17 trivelle per settimana. Infatti, quest’anno si è registrato il più alto numero di impianti attivi nell’estrazione di petrolio e gas naturali negli ultimi due anni. Attualmente si contano circa 712 basi di estrazione petrolifera in funzione rispetto alle 316 del 2016.

Gran parte di questa crescita è attribuibile alla stabilizzazione dei prezzi del petrolio e allo sviluppo di nuove tecniche di sminuzzamento degli scisti americani. Infatti, si prevede che grazie alle nuove tecnologie gli Stati Uniti d’America potranno produrre un quantitativo di petrolio record, pari a 14,2 milioni di barili al giorno entro cinque anni. Basti pensare che l’Arabia Saudita, uno dei maggiori esportatori di carburanti fossili, ne produce soltanto 10 milioni.

Stando al rapporto federale pubblicato dalla Energy Information Administration, l’area per ora interessata da questa nuova ondata di trivelle per l’estrazione di gas e petrolio risulta essere il Texas. La trivellazione, negli Stati Uniti d’America, ha sempre coinvolto il bacino di Permo, una superficie che si estende dal Texas occidentale fino alle zone sud-est del New Mexico.

La produzione petrolifera nella regione è aumentata drasticamente già dall’inizio del 2015 quando a causa dei bassi prezzi del petrolio molte aree hanno dovuto interrompere la produzione. Così l’area di Permo è diventato l’unica fonte di produzione di carburanti fossili.

La particolarità dell’idrocarburo di Permo è il prezzo relativamente basso dovuto anche all’estrema vicinanza dell’area alle raffinerie americane. Inoltre per l’estrazione si utilizza una nuova tecnica, il “fracking”. Essa consiste nell’utilizzo di una miscela di acqua ad altra pressione per rilasciare gas naturale o petrolio dalla roccia. In questo modo è possibile estrarre gli idrocarburi anche in quelle zone che erano economicamente impossibili da accedere.

Questo innovativo processo ha innescato un aumento della produzione di gas e petrolio che ha permesso così agli Stati Uniti di sorpassare la Russia come uno dei più grandi esportatori al mondo e produttore di carburanti fossili.