Esterofili o orgoglioni?

Esterofili

Possiamo dividere la maggioranza degli italiani in due categorie: “esterofili” e “orgoglioni”. I primi tendono ad evidenziare solo i problemi dell’Italia, spesso disprezzando la propria nazione, e ad esaltare come tutto funzioni meglio all’estero. Ascoltando gli esterofili verrebbe il dubbio che la Bielorussia fosse un paese molto più civile ed accogliente della Penisola.

I secondi, invece, guardano all’Italia con cieco orgoglio, glorificando in ogni possibile situazione le eccellenze e le bellezze della propria patria, e rifiutandosi di riconoscerne i difetti. Da questa attitudine deriva il termine “orgoglione”, ovvero colui che è talmente orgoglioso che risulta un po’ co****ne.

Questa dualità si manifesta in numerose situazioni, ma consideriamo il caso recente dei ranking universitari per fare un esempio di come questi bias possano influenzare il nostro senso critico.

Pochi giorni fa è stato pubblicato il QS World University Rankings 2020, la più famosa classifica mondiale generalista delle università. Molti quotidiani hanno esaltato i grandi risultati dell’Italia, che, stando a questi giornali, non solo si confermava come uno dei paesi con i migliori atenei al mondo, ma migliorava inoltre rispetto agli anni scorsi.

Ma guardiamo al ranking: su mille università in classifica, 34 sono italiane e 12 sono tra le top 500. L’italiana che piazzatasi meglio è il Politecnico di Milano, al 149esimo posto. Facendo qualche confronto possiamo vedere come la Germania abbia 46 università in classifica, di cui 3 nella top 100 e 8 in posizioni migliori del PoliMi. 31 università francesi entrano in classifica, meno rispetto alle italiane, ma 17 sono nella top 500 e 3 nella top 100 (il Fatto Quotidiano ha avuto il coraggio di titolare “Italia migliora: supera la Francia”). Perfino l’Olanda, paese da 17 milioni di abitanti, ovvero meno di un terzo degli italiani, ha 7 atenei in posizioni più alte rispetto alla migliore italiana, con 3 tra le 100 migliori. Fermiamoci qui ed evitiamo di paragonare l’Italia a Canada, Regno Unito o Giappone perché il quadro risulterebbe simile.

Magari state pensando che l’autore di questo articolo faccia parte della categoria degli esterofili e, per smentirvi, vi faccio presente che la nostra nazione si piazza meglio di Spagna ed India. Ma per lo Stato in cui è nato il primo ateneo europeo, l’Università di Bologna (177° in classifica), non è quello dell’Italia un risultato, tutto sommato, mediocre?

Ritornando quindi alla distinzione iniziale, non pensate che glorificare i nostri risultati in questo caso sia, oggettivamente, da orgoglioni? È sacrosanto riconoscere e fare leva sui punti di forza del nostro paese; ma è altrettanto doveroso fronteggiare i difetti della nostra nazione, facendo attenzione a non cadere in luoghi comuni tipici da esterofili in stile “l’Italia fa schifo”. Per migliorare come nazione c’è bisogno di soluzioni efficaci, ma, a monte, ci deve essere spirito critico, che spesso manca anche ai grandi giornalisti.

 

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