Un’eccessiva tolleranza di operazioni “torbide”, inchieste “timide” e un omertoso silenzio circa la mancanza di norme predisposte a considerare potenziali conflitti di interessi. Queste le componenti delle relazioni intercorse tra la Federal Reserve di New York e la banca d’investimento Goldman Sachs recentemente portate alla luce da un report investigativo pubblicato lo scorso venerdì dalla ProPublica – associazione non-profit dedita al giornalismo d’inchiesta – e trasmesso dall’emittente radio National Public Radio (Npr). Questi gli ingredienti chiave che suggeriscono un caso da manuale di regulatory capture: la condizione, così definita in letteratura, in cui si trova un’agenzia di sorveglianza statale, istituita per operare nell’interesse pubblico, che agisce a favore di entità nel settore oggetto a regolamentazione.
Alla base del servizio ci sono 46 ore di registrazioni inedite (ascoltane alcuni estratti nel file Audio 1) raccolte da Carmen Segarra, ex dipendente dell’ufficio della banca centrale statunitense dedito alle attività di vigilanza sugli istituti di credito, licenziata in tronco dopo soli sette mesi di lavoro su un dossier con oggetto alcune irregolarità nelle operazioni di Goldman Sachs. Due, in questo senso, sembrano essere le principali controversie che emergono dai nastri e vedono imputato da una parte il colosso bancario, per aver condotto operazioni definite “oscure”, e dall’altra la Fed di New York, per la propria indulgenza.
Audio 1. Estratti dalle registrazioni alla Federal Reserve Bank di New York
Per la registrazione trasmessa dal programma radiofonico The American Life ascolta qui