Il 15 Settembre 1993, Don Giuseppe Puglisi, perse la vita a Palermo. Cosa Nostra, lo uccise nel giorno del suo cinquantaseiesimo compleanno davanti al portone di casa. A partire dagli anni novanta, Don Pino, diventò un’ancora di salvezza per i ragazzi del quartiere Brancaccio di Palermo. Sono gli anni della lotta alla mafia, dove i più coraggiosi, come Padre Giuseppe, decisero di rompere il silenzio. La sua missione puntava a proteggere i bambini di strada, offrendo loro un’alternativa di vita rispetto a quella della microcriminalità.
Una lotta contro la violenza mafiosa, combattuta con giochi di squadra e attività ricreative, educando i ragazzi a uno stile di vita diverso, dove le proprie idee e i propri valori potessero essere espressi evitando la forza e l’oppressione. Durante le omelie domenicali il parroco si rivolse spesso ai mafiosi. Questo lo mise nel centro del mirino scatenando l’antipatia dei fratelli Graviano, che controllavano il quartiere per conto del boss Leoluca Bagarella. Don Pugliesi riuscì nella sua missione, molti ragazzi si salvarono evitando di prendere parte alle attività della criminalità organizzata. La mafia, considerandolo un ostacolo, decise di eliminarlo. Furono proprio i fratelli Filippo e Giuseppe Graviano a organizzare l’omicidio.
Prima di morire, Padre Giuseppe inaugurò a Brancaccio il centro Padre Nostro. Tuttavia, dopo la sua morte qualcuno murò la porta d’ingresso del centro con dei calcinacci lasciando gli attrezzi vicino alla porta. Il 25 maggio 2013 Padre Pino è stato proclamato beato, davanti a una folla di quasi cento mila fedeli al Foro Italico di Palermo. Don Puglisi sapeva di essere in pericolo, eppure, le minacce non fermarono il suo impegno sociale. Il nipote del parroco ha recentemente trovato un’audiocassetta dal contenuto molto significativo. Nella registrazione si sente la voce di Padre Pino. “Il testimone certe volte deve anche rischiare…io sto rischiando un po’ grosso forse, non lo so, però credo nell’amicizia”. Don Giuseppe Puglisi si aggiunge alla lista dei coraggiosi che hanno scelto di combattere il silenzio.