Dal 3 al 5 marzo la città di Trento si è animata sotto le luci di un programma all’insegna della sostenibilità in occasione della settima edizione della Green week, forum di discussione sui grandi temi della Green economy. In questi tre giorni di dibattiti, incontri ed eventi lo slogan adottato è stato “Vivere sostenibile, abitare sostenibile” esaminando e comparando i settori più disparati: dall’edilizia alla produzione energetica, dall’acqua ai trasporti fino ai grandi temi della geo-politica energetica o alle semplici abitudini che derivano dai nostri regimi alimentari.
Green Week 2017, di cosa si è parlato
Il punto di partenza è stato l’incontro con Claudio Della Volpe, docente dell’Università di Trento e Luca Pardi, primo ricercatore dell’Istituto per i processi chimico-fisici presso il CNR di Pisa. Il tema dibattuto è stato la crisi delle tre “E”: energia, ecologia ed economia, causato principalmente dagli effetti della crescita economica e dal conseguente consumo energetico. Già dal rapporto sui “limiti dello sviluppo” commissionato al MIT (Massachussetts Institute of technology) dal Club di Roma nel 1972 emerse un algoritmo che forniva una proiezione su ciò che sarebbe accaduto nei successivi cento anni. Tra le risposte: una sostanziale decrescita demografica seguita dal collasso del sistema industriale. All’epoca fu considerato impensabile ma basti pensare che dalla prima rivoluzione industriale ad oggi la temperatura media italiana è aumentata di 2.5°C. Supponendo quindi che la domanda di energia continui a crescere in maniera constante (2%) fra circa 400 anni la temperatura sarà più alta di 60°C. Le possibili soluzioni sono: l’adozione di un sistema economico circolare, l’utilizzo di energie rinnovabili e una redistribuzione più equa della ricchezza. La tecnologia del ventunesimo secolo rimane però fondata sull’aumento crescente dei consumi e pertanto, nonostante il livello di riciclaggio, sarebbero comunque necessarie nuove risorse. Anche le energie rinnovabili presentano dei limiti: sono in genere incostanti nel tempo e questo implica installazioni sempre più numerose. Occorre quindi migliorare le caratteristiche della rete di connessione per adeguare le varie installazioni ai rispettivi generatori.
La crisi delle tre “E” potrebbe trovare una valida risposta nell’adozione di un’economia circolare di cui hanno ampiamente discusso Emanuele Bompan, giornalista e comunicatore, Tommy Meduri, socio fondatore Rete 231 e Daniele Rossi, senior Advisor della Fondazione Italiana Accenture. Per soddisfare bisogni sempre più crescenti non basteranno più le materie prime a disposizione, pertanto i costi aumenteranno vertiginosamente e con loro anche il livello di competizione tra le imprese. L’aumento dei prezzi però porterà ad una contrazione della domanda. Alle aziende perciò converrà maggiormente recuperare le risorse piuttosto che accaparrarsi materie prime sempre più scarse e costose. Incomincia a diventare economicamente vantaggioso consumare meno energia realizzando prodotti durevoli, manipolando l’obsolescenza fisica e modaiola rendendo anche più semplice la riparazione degli elementi costitutivi del prodotto. È necessario favorire la condivisione dei prodotti e ragionare nell’ottica del prodotto inteso come servizio.
In tema di geo-politica, invece, interviene Federico Rampini, giornalista di Repubblica che affronta la delicata questione dell’America di Trump dal punto di vista ambientale. Il nuovo Presidente degli USA sta smantellando i limiti promossi dal Clean Power Plan voluto dal suo predecessore Barack Obama che pone un vincolo alle emissioni degli impianti di energia elettrica. Anche i fondi alla ricerca ambientale saranno tagliati. Il governo Trump addirittura non si riterrà vincolato dagli obiettivi degli accordi di Parigi. Rampini definisce la situazione attuale americana un arretramento brutale. Aggiunge poi, che si tratta di un paradosso poiché l’America così facendo non fa che regalare alla Cina immensi spazi di egemonia anche se quest’ultima, in quanto primo inquinatore mondiale si sta sempre più convincendo che è suo interesse diventare un Paese guida per le politiche ambientali. Resta comunque sconcertante che la potenza leader occidentale si ritiri sulla questione ambientale. Di fronte alla retromarcia di Trump si trovano due Americhe: non solo quella dei petrolieri, ma anche una parte della classe operaia, in particolare i minatori del carbone, ormai considerati sconfitti a causa della politica ambientalista di Obama. Tuttavia rimane una parte consistente dell’industria che ha scommesso e investito nelle politiche ambientali e sulle energie rinnovabili.
Grazie ad un aperto confronto con i massimi esperti sulle tematiche più attuali la Green week si conferma anche per quest’ anno un evento cardine per l’Italia green, il cui successo è sottolineato dall’estesa partecipazione all’iniziativa.
Letizia Ingaldo