Tutti siamo consapevoli dell’importanza dell’acqua per la sopravvivenza del nostro pianeta. Data l’importanza di questo elemento, è possibile investire nel settore dell’acqua?
La risposta è affermativa, ci sono parecchie società che considerano il settore delle acque strategico per la propria crescita: basta citare la multinazionale Nestlè, che ormai da parecchi anni acquisisce marchi nel comparto delle acque minerali, o il colosso della Coca Cola, sempre più attivo nell’acquisizione di fonti di acque minerali.
L’elenco potrebbe continuare, tuttavia l’acqua è un bene che ha molteplici usi, non solo quello alimentare: la produzione di energia elettrica deriva infatti anche dallo sfruttamento di fonti rinnovabili, tra queste (geotermico, eolico, fotovoltaico) il contributo principale in Italia proviene dalle Centrali Idroelettriche con una quota del 14% del fabbisogno elettrico nazionale.
La Compagnia Valdostana delle Acque (CVA) è il quarto operatore italiano nel settore di produzione di energia idroelettrica: la società posseduta totalmente dalla Finanziaria regionale FINAOSTA ha 32 impianti con un fatturato di circa un miliardo di euro, un Margine Operativo Lordo di 122 milioni e un indebitamento molto ridotto di 26 milioni di euro. Sono queste performance che attirerebbero l’attenzione di molti investitori, ma sino ad ora non è stato possibile partecipare.

La buona notizia sembrerebbe però vicina: è stato infatti depositato dalla CAV alla CONSOB (Commissione Nazionale per le Società e la Borsa) il documento per accedere alla quotazione di Borsa. Non sappiamo se verrà fatto un IPO (Inital Pubblic Offering) oppure una emissione obbligazionaria. In ogni caso è una grande opportunità per il pubblico di investire in un settore strategico, con una redditività molto interessante.
A questa operazione come consulenti stanno lavorando la banca Credit Suisse e Mediobanca e, stando alle prime indiscrezioni e considerando i multipli di mercato, si prevede una valorizzazione complessiva della società di circa un miliardo di euro, con un multiplo Enterprise Value (capitalizzazione di borsa + indebitamento) pari a una volta il fatturato e circa 8 volte il Margine Operativo Lordo.
L’intenzione della proprietà FINAOSTA è di cedere circa il 35% del capitale, raccogliendo così 350 milioni di euro. Ci auguriamo che le risorse finanziarie disponibili siano utilizzate per sviluppare ed acquisire altre fonti di produzione rinnovabili sia nel comparto idroelettrico sia fotovoltaico, piuttosto che riposte a coperture di posizioni di deficit finanziario del Casinò di Saint-Vincent.
Cosa ne sarà d queste risorse finanziarie? È dunque una questione politica che vedrà anche protagonista anche Elisa Tripodi, la prima donna eletta nelle elezioni del 4 Marzo tra le file del Movimento 5 stelle in Val D’Aosta. Basterà una donna pentastellata a indirizzare verso investimenti sostenibili e redditizi? Non ci resta che attendere.