Il Fenomeno delle Junior Enterprise e il Loro ruolo nell’Economia Italiana ed Europea

Una Junior Enterprise, meglio conosciuta come JE, e’ una società no-profit interamente gestita da studenti ed organizzata come una piccola azienda che offre servizi professionali (tipicamente di consulenza) a enti di vario tipo.

Entrare in una JE significa poter vivere l’esperienza universitaria fino al suo livello più profondo, andando a sviluppare quei concetti che durante le ore di lezione sembrano lontani e astratti. E’ un’occasione unica per venire a contatto con l’economia reale e tutti i suoi componenti: dal piccolo imprenditore che vuole ampliare la propria rete commerciale, a giovani studenti che stanno lanciando la loro prima App: ogni giorno una nuova richiesta verrà proposta, e compito della JE e’ accontentare le esigenze di ogni cliente, fornendo un output che possa indirizzarlo nelle sue scelte e guidarlo a un risultato vincente. “Non siamo professionisti ma siamo professionali”: questo significa affrontare ogni incarico con serietà, capendo le esigenze e i bisogni di chi ci si trova di fronte. Ognuno avrà le sue criticità, le sue difficoltà e i suoi problemi. Ogni incarico sarà sempre nuovo, sempre diverso. Ed e’ proprio questo mix a muovere la passione di ogni associato, di ogni giovane consulente. Nonostante il tempo e la fatica che richiede, essere parte di una JE offre a ognuno dei suoi membri un guadagno in termini di apprendimento: ‘Formazione come retribuzione’. È questo che davvero motiva ogni studente che decide di entrare a farne parte. Come associazione no-profit, infatti, ogni membro non riceve alcun compenso per le attività che svolge, ma tutto quello che una società guadagna viene reinvestito per accrescere la formazione dei propri soci.

Il primo esempio di JE si ha nel 1967 in Francia, quando un gruppo di ragazzi dell’ESSEC di Parigi si riunirono, mossi dal desiderio di creare una associazione professionale guidata da soli studenti. Nacque cosi’ JESSEC, che non rimase a lungo un caso isolato, ma fu ben presto seguita da altri, tanto che nel 1969 nasceva già la prima confederazione nazionale di JE. Per trovare una Junior in Italia bisogna attendere fino al 1988, quando Francesco Sacco fondò JEME Bocconi, Junior Enterprise Milano Economia, nel prestigioso ateneo milanese. Da quel momento anche altre università italiane seguirono l’esempio, fino a che nel 1992 si creò JADE Europa, un punto di riferimento per tutto il movimento delle JE continentali, e il suo ramo locale, JADE Italia, che oggi conta otto Junior associate, e i numeri di questo movimento sono in continua crescita.

Come si vede dalla loro storia, il mondo delle Junior Enterprise si caratterizza per la sua vivacità e continuo sviluppo. Sempre più studenti sono attratti dall’idea di poter mettere le loro conoscenze a disposizione di uno scopo reale, di poter diventare dei consulenti essendo ancora sui libri. Nonostante ciò, questa realtà è ancora poco conosciuta, e tutte le sue potenzialità non vengono sfruttate a pieno. Basta fare un confronto con le Junior francesi, per accorgersi del dislivello che intercorre fra i due paesi. Oltre le Alpi il modello e’ forte e consolidato, tanto che le Junior dispongono di una loro forma giuridica, che permette agli associati di svolgere periodi di stage riconosciuti dalle Università. Il sistema fonda in basi più solide, ed e riconosciuto quasi a pari di una normale società di consulenza.

Se quindi in Italia si vuole prendere un esempio da seguire, quello dei cugini è certamente il migliore. In questa ottica si sta muovendo JADE Italia e tutto il suo network. Cercare di aumentare continuamente la visibilità delle Junior, fare si che sempre più persone vengano a coinvolte e decidano di confrontarsi con esse. L’obbiettivo e’ molto ambizioso, e qualche risultato  soddisfacente e’ stato raggiunto. Basti pensare che nel 2015 JEME Bocconi ha ricevuto l’ambito premio di ‘Most Enterpreneurial Junior Enterprise in Europe’. Questo deve essere uno stimolo per tutte le JE italiane, a continuare su questa strada e per arrivare a ritagliarsi un proprio angolo nel mondo delle società italiane.