Il Fight Club Femminile di Berlino

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Nel 2010, le lottatrici Anna Konda e Red Devil hanno fondato in un elegante appartamento della capitale tedesca il Female Fight Club di Berlino, dove donne di diversa altezza e differente peso si affrontano senza delle regole ben precise e soprattutto senza nessuna regola di ingaggio. L’unico elemento che accomuna queste donne di diversa estrazione sociale e cultura è la sana voglia di darsele di santa ragione senza esclusione di colpi.    

1° regola del Fight Club: non parlate mai del Fight Club.

2° regola del Fight Club:  non dovete parlare mai del Fight Club.

Inizia così uno dei più famosi monologhi della storia del cinema che Brad Pitt, nei panni di Tyler Durden, interpreta in uno dei capolavori del regista David Fincher. Fight Club, cult movie tratto dall’omonimo libro di  Chuck Palahniuk, è un film che tratta temi come il consumismo e la condizione lavorativa alienante dell’uomo moderno. Il film, però, è rimasto nella memoria collettiva soprattutto per le crude e violente scene degli incontri dove Tyler Durden, interpretato da un Brad Pitt in stato di grazia, combatte a mani nude contro tutti quelli che, come lui, cercano di trovare un reale contatto umano che nella moderna società dei consumi è sostituito dalla mera transazione economica.

Dopo l’uscita del film, molti furono i fight club clandestini nati in diversi angoli del pianeta, ma quello che più attira l’attenzione è sicuramente il Female Fight Club di Berlino, luogo di ritrovo di donne di tutte le età ed etnie che combattono due per volta fino a quando non si è più in grado di proseguire. Non ci sono regole, è consentito tirarsi i capelli, si possono infliggere colpi all’avversaria a mano aperta o chiusa, ma soprattutto non c’è parte del corpo che non sia lecito colpire.

Le signore, che abitualmente si ritrovano a combattere in questo grazioso appartamento della capitale tedesca, sfidano i propri limiti mentali e fisici in un combattimento che arriva a durare anche diverse ore. Queste formidabili lottatrici del ventunesimo secolo si scontrano in topless o spesso completamente nude. Le motivazioni che spingono queste signore a combattere sono tanto diverse quanto le loro vite. Ciò che accomuna tutte queste donne è solo il desiderio di mettere alla prova l’integrità della propria femminilità in un contesto inusuale. La cosa che più impressiona di questa realtà è secondo la fotografa polacca Katarzyna Mazur, che ha assistito a diversi match, il fatto che ogni freno inibitorio e ogni paura sembrano svanire di fronte all’intensità del desiderio che spinge queste lottatrici ad affrontarsi giorno dopo giorno.