“Abbiamo bisogno di essere connessi. La nostra economia ne ha bisogno, le persone ne hanno bisogno. E noi dobbiamo investire adesso sulla connettività”. Queste le parole pronunciate il 14 settembre da Jean-Claude Juncker durante il discorso riguardante lo Stato dell’Unione Europea.
Chissà se la soluzione al bisogno di connessione del vecchio continente non sia stata risolta dal 16enne italiano Valerio Pagliarino. Il ragazzo, studente della 3C del liceo scientifico Nicola Pellati in provincia di Asti, si è aggiudicato il primo premio della ventottesima edizione del Concorso Giovani Scienziati della Commissione UE grazie al suo Laserwan.
Il Laserwan è un’invenzione che sfrutta la tecnologia laser come mezzo di diffusione della banda larga. Questa speciale tecnologia permetterebbe anche ai piccoli centri urbani, sprovvisti di fibra ottica, di accedere alla connessione ultraveloce. La velocità di navigazione via laser arriverebbe a 500 mega al secondo sia in download che in upload.
Stando alle parole di Valerio, riportate dalla Stampa nell’aprile 2016, il prototipo del Laserwan è stato costruito utilizzando “i pezzi di un vecchio aspirapolvere, due telecomandi rotti e un paio di schede elettroniche comprate on line”. La domanda di brevetto è gia stata inoltrata e, se le attese si riveleranno giuste, Valerio entrerà nella storia come uno dei più giovani inventori italiani mai esistiti.
Ma non è finita qui: i costi di installazione del Laserwan andrebbero ad abbattere i costi della fibra ottica, 100 volte più costosa della tecnologia laser. Se questa nuova scoperta diventasse realtà, i dispositivi verrebbero installati sui tralicci elettrici già presenti, favorendo la velocizzazione del processo di estensione della banda larga sia in Italia (oggi uno dei paesi più “lenti” dell’UE) che in Europa.
E quando, da buon nordico, qualcuno gli pone il problema della nebbia, Valerio risponde: “Ho già una soluzione: una sorta di telemetria in stile Formula 1 che modula il segnale e può bucare anche i banchi più fitti”.
Possiamo starne certi: sentiremo parlare di Valerio Pagliarino nei prossimi anni (non appena la sua scoperta sarà brevettata, ovviamente).