Per alcuni è un’esperienza di vita, per altri un trampolino di lancio, per altri ancora un trauma. Un periodo che racchiude tre A: Ansia, Adrenalina, “A pranzo un panino al volo e adesso non ci vedo più dalla fame”. E’ l’internship, che crea sogni e speranze alla stessa velocità con cui li distrugge.
Dopo aver superato il processo di selezione siamo lì, seduti ad una scrivania, fieri del posto (seppur temporaneo) conquistato. Ci registriamo su Facebook con fierezza dal luogo di lavoro, manco fossimo i CEO della company. Sfoggiamo il nostro look migliore, in pieno formal dress code… ma è solo l’inizio. E quella sedia, quella scrivania ce le dobbiamo tenere strette. Anche perché abbiamo fatto shopping compulsivo nelle due settimane precedenti all’inizio dell’internship e se ci mandano a casa quando mettiamo quel completo blu navy che fa tanto Olivia Pope (senza borsa Prada e orologio Movado)?
E allora, cerchiamo di non dire o fare cose sbagliate durante le nostre giornate “corse, stress e pocket coffee”.
Mai dire mai e mai…
…rifiutare un invito a pranzo.
Che il pranzo sia offerto oppure no (tanto meglio nel primo caso), pranzare con i colleghi e i superiori è sempre un momento prezioso. Ci dà modo non solo di conoscere meglio queste persone ma anche di capire l’ambiente in cui lavoriamo (e in cui potenzialmente vogliamo rimanere).
…chiedere di uscire prima solo perché l’internship è “unpaid”.
Posto che lavorare gratis non piace a nessuno, l’internship può essere un’esperienza formativa incredibile. Il maggior guadagno sta nell’imparare cose che all’università non insegnano, nel conoscere persone che ce l’hanno fatta, nell’avere la possibilità di farsi valere e di cominciare a farsi conoscere. Paradossalmente, più tempo passate in ufficio, più ci guadagnate nel senso di cui sopra.
…WhatsApp, Facebook, Twitter.
Il cellulare non esiste, se non per lavoro. So che è difficile, ma dobbiamo imparare a gestire la nostra dipendenza da smartphone. Quindi, niente note vocali per dire quanto siamo stanchi oggi, niente selfie delle 11 con la tazzina di caffè in mano, niente retweet al politico beota di turno. Dobbiamo essere concentrati sul lavoro… stiamo diventando grandi!
…dire che sei lì perché conosci qualcuno.
Insomma, può anche essere vero. Potreste avere una conoscenza che vi ha segnalati/raccomandati. Ma almeno abbiate la decenza di non dirlo in giro. Una volta un mio conoscente si vantava del fatto di avere una persona all’interno di una società, che lo avrebbe inserito come intern. Ora, non so sei sia stato il karma o la ièlla che noi presenti gli abbiamo portato, ma lì non è stato preso.