La Corsa al Carbone, Ovvero la Storia Che Si Ripete

Il carbone, da secoli ormai, rappresenta una delle più utilizzate fonti di energia che il pianeta possa fornirci. A conferma di ciò proprio l’anno corrente, il 2013/2014, ha segnato il tasso più elevato di ricorso al carbone, essendo stato oltrepassato il 30% dei consumi di energia primaria su scala mondiale.

Quest’ultimo dato assume ancora più valore nel momento in cui si scopre che non si raggiungevano dei dati percentuali di questa entità da un trentennio, ovvero dal 1970. La ragione fondamentale che ha presumibilmente condotto a questo risultato è rappresentata dall’insieme di attività di ricerca e consolidamento portate avanti da numerosi paesi, europei e non solo, al fine di indirizzare il proprio fabbisogno su fonti di energia alternative rispetto al gas naturale, certamente più caro e la cui produzione risulta quasi totalmente monopolizzata da Russia, Libia e altri paesi del Nord Africa.

Sembrerà paradossale ma è proprio la macrozona europea, madrina di grandi lotte ambientaliste, tra le più grandi consumatrici di carbone, minerale al quale nazioni come gli Stati Uniti d’America , di contro , non ricorrono, approfittando della propria indipendenza energetica rispetto al resto degli altri paesi mondiali. Proprio gli States, inoltre, in virtù del Boom dello Shale Gas sarebbero diventati, quasi improvvisamente, la nazione possidente la maggior porzione di gas naturale su scala globale.
Anche fuori dall’Europa il ricorso al carbone è di notevole portata. Basti pensare a India e Cina.

Proprio in quest’ultima, il carbone soddisfa circa il 4,7% dei consumi di energia primaria del paese. In realtà non si tratta di un tasso particolarmente rilevante soprattutto se si considera da una parte il calo che questo ha avuto proprio in quest’ultimo anno passando dall’8,5% al dato percentuale di cui sopra (4,7 %), dall’altra l’incremento del prodotto interno lordo ( PIL ) cinese che nel 2014 è cresciuto di circa l’8%.

E’ un dato che ci deve fare riflettere in quanto evidenzia come ad una crescita economica importante come può essere quella cinese, non corrisponda a un rilevante utilizzo di fonti di energia certamente meno costose ma senza dubbio più inquinanti.
Investire in vere fonti di energia rinnovabili ed ecosostenibili potrebbe essere certamente una soluzione per il futuro e molti paesi stanno operando proprio in questa direzione; tuttavia, per il momento il carbone resta una fonte di energia più conveniente e, quindi, preferibili in economie in difficoltà. Per incrementare in maniera realmente efficiente il ricorso a fonti alternative, sarebbero necessari forti investimenti nella ricerca, per rendere le energie rinnovabili davvero competitive, ma l’ancora grave crisi economica conduce i governi europei, e non solo, a muoversi verso altre direzioni considerate prioritarie.