Dopo l’incendio che devastò Roma nel 64 d.C., Nerone decise di riportare la città al suo antico splendore: su un’area di circa 80 ettari, che si estendeva dal Palatino all’Esquilino, l’imperatore fece costruire la Domus Aurea, una delle più belle ville urbane mai edificate nella capitale. Con la morte di Nerone e la salita al potere di Traiano, la villa venne in parte distrutta e in parte trasformata in terme.
I resti del palazzo furono scoperti per caso alla fine del XV secolo quando un giovane cadde accidentalmente in una fessura sul versante del colle Oppio, ritrovandosi in una strana grotta piena di dipinti. Dal Rinascimento ai giorni nostri, diversi e continui sono stati i lavori di manutenzione e restauro eseguiti sugli affreschi per evitarne il deterioramento.
Dal 4 febbraio 2017 sarà però lanciata una nuova iniziativa che renderà la Domus Aurea più viva che mai:
ha dichiarato con orgoglio Francesco Prosperetti, soprintendente al Colosseo e all’Area Archeologica Centrale di Roma.
Grazie alla realtà virtuale sarà possibile osservare da vicino e nei minimi dettagli le ninfe e le divinità dell’Olimpo che decorano la volta dorata della sala, alta circa dodici metri. Le venticinque postazioni hi-tech disposte lungo il tragitto guidato forniranno ai turisti degli avanzati visori stereoscopici che permetteranno loro una vista a 360 gradi e tridimensionale delle stanze: un percorso multimediale che rivoluzionerà completamente la percezione degli spazi, portando i visitatori indietro nel tempo.
L’iniziativa, coordinata dall’architetto Stefano Borghini e curata dall’archeologo Alessandro D’Alessio, è stata realizzata da Katatexilux, azienda già conosciuta per aver realizzato in passato il video-mapping della chiesa di Santa Maria Antiqua, antico luogo di culto cattolico dedicato alla Madonna, costruita nel VI secolo e situata nel Foro Romano.
La visita “tecnologica” della Domus Aurea sarà inaugurata al pubblico il 4 febbraio: da quel giorno, ogni sabato e domenica successivi, le porte della villa saranno aperte su prenotazione a gruppi di 25 persone per volta.
Marmi, affreschi, pennellate e stucchi vengono così riportati all’antico splendore: anche Nerone sarebbe invidioso del riuscito connubio storia-tecnologia.