La Fordham University Inaugura il Corso di Laurea in Fashion Law

New York: la patria dei sogni. Il luogo dove tutto è possibile. Il delirante fermento in cui tutti vorrebbero perdersi per poi ritrovare la strada. La casa di Carrie e l’Upper East Side di Gossip Girl. Le luci sfavillanti e i clochard che muoiono tra la maestosità di Central Park, un ricco industriale che ciba uno scoiattolo e un ragazzo che legge Blake e si sente ispirato. Forse la cappa magica e utopica di questa città misteriosa vive nel suo modo di concepirsi e di presentarsi estranea e inaccessibile anche a chi ci risiede da generazioni. Vista come meta irraggiungibile anche quando si passeggia nelle sue street view. Perché sentirsi piccoli è un’abitudine e per innalzarsi non basta salire al cinquantaquattresimo piano del Four Season di Manhattan. Ma qual è la ragione per cui questa “isola dei desideri” – cantata da voci culturalmente ed etnograficamente opposte, descritta da registi antitetici e da lunghi piani sequenza -, resta la mela più moderna a discapito di ogni Steve Jobs?

Il segreto è radicato nella gente.

Essere di New York non è essere americani. Si è di New York e si mangia in un  modo diverso rispetto al resto del mondo, si cammina in modo diverso, si respira perfino in modo diverso. Questa città è omologazione e trasformazione. Passato e presente. Eccessivo sfarzo e, dietro l’angolo, degrado. E’ Samantha Jones ma allo stesso tempo etica criminale che taglia le vene. E’ la città delle contraddizioni, della depressione post party. E’ la città in cui i taxi gialli sono troppi e il traffico è congestionato. Dove tutti vanno di fretta ma nessuno arriva per primo. E dulcis in fundo, è anche la città dove la Fordham University – terza università più importante della metropoli – in un paradossale Bronx inaugura il primo master al mondo sul Fashion Law.